Stefano Boldrini per gazzetta.it
Da Napoli a Liverpool, tutto in sei giorni: Carlo Ancelotti, 60 anni, ha raggiunto l’accordo con l’Everton. L’annuncio ufficiale è questione di ore (ma per il momento il club smentisce: “Ancora nessuna offerta è stata fatta ad alcuno dei candidati”): l’allenatore italiano ha incontrato i vertici dei Toffees e torna a lavorare in Inghilterra dopo otto anni e sette mesi.
L’Everton era nel suo destino: il Chelsea, con stile discutibile, comunicò l’esonero al tecnico che la stagione precedente aveva vinto Premier e Fa Cup negli spogliatoi del Goodison Park, dopo l’ultima gara del campionato 2010-2011, con i Blues secondi in classifica e approdati ai quarti di Champions.Ancelotti voleva tornare in Inghilterra e l’Everton rappresenta una nuova sfida.
Il club di Liverpool, affidato nelle ultime due gare a Duncan Ferguson, dopo l’esonero del portoghese Marco Silva, avvenuto il 6 dicembre scorso, è sedicesimo in classifica. Una posizione che non rispecchia i valori tecnici dei Toffees, squadra giovane, con un talento come il brasiliano Richarlison, il portiere della nazionale inglese Pickford e l’italiano Moise Kean, protagonista domenica di un episodio controverso: entrato in campo al 70’, l’ex attaccante della Juventus è stato richiamato in panchina all’88’. L’Everton, fondato nel 1878 – 14 anni prima del Liverpool -, gioca ininterrottamente nella prima serie dal 1954. Ha vinto nove campionati, cinque FA Cup, nove Charity/Community Shield e la Coppa delle Coppe 1984-85.
I colloqui tra Ancelotti e la dirigenza dell’Everton sono durati diverse ore. L’allenatore italiano era la prima scelta dopo l’addio di Carlo a Napoli. Il tecnico italiano conosce bene la realtà tecnica del club ed è pronto a ripartire. Mercoledì sera, nei quarti di Coppa di Lega contro il Leicester, in panchina ci sarà ancora Duncan Ferguson. L’esordio con i Toffees di Ancelotti è previsto per la gara di sabato contro l’Arsenal, l’altra società accostata negli ultimi giorni al manager italiano e ancora alla ricerca di un coach, con Mikel Arteta ormai ad un passo dall’investitura: il calcio, quando vuole, è diabolico