CALCIO, EROS E TANATOS – RAFFAELLA DEL ROSARIO, EX MOGLIE DI GIULIANO GIULIANI, PORTIERE DEL NAPOLI DI MARADONA, RIVELA: "MIO MARITO PRESE L'AIDS ALLA FESTA DI ADDIO AL CELIBATO DI DIEGO. C’ERANO 14 RAGAZZI E 42 RAGAZZE. IO AVEVO PARTORITO DA SETTE GIORNI, NON POTEI ANDARE. QUESTA COINCIDENZA MI FERÌ E FU UNA DELLE RAGIONI PER LE QUALI CI SEPARAMMO" - "GIULIANO MI HA FATTO GIURARE CHE NON AVREI MAI DETTO A SUA FIGLIA LA CAUSA DELLA MORTE" – L’ASSURDA STORIA DI COCAINA (DAL QUALE FU SCAGIONATO) E IL FUNERALE: “NESSUNO DEI SUOI COMPAGNI SI PRESENTÒ. AVERE L’AIDS LO AVEVA RESO UN APPESTATO…”

-

Condividi questo articolo


Walter Veltroni per il Corriere della Sera - Estratti

 

 

giuliano giuliani con la moglie giuliano giuliani con la moglie

Tra i dimenticati, quelli di cui più vale la pena occuparsi, c’è anche un campione d’Italia del calcio anni Ottanta, un protagonista della meravigliosa avventura del Napoli di Maradona. O, meglio, di Maradona e di tutti gli altri.

 

Anche di un introverso portiere che giocò per due anni con la maglia azzurra e poi fu improvvisamente messo alla porta e, da scudettato, finì a giocare in serie B con l’Udinese. La sua storia è stata rievocata dal collega Paolo Tomaselli nel suo bel libro Più solo di un portiere e da Giorgio Porrà con uno dei suoi poetici documentari per Sky Sport. Si chiamava Giuliano Giuliani

 

giuliano giuliani giuliano giuliani

Si chiamava Giuliano Giuliani, ed era nato nella rocambolesca data del 29 settembre, quella della canzone di Lucio Battisti e della nascita di Berlusconi. È morto a trentotto anni. È morto di Aids, il primo calciatore a contrarre la malattia. È morto nel silenzio di tutti. Ai suoi funerali non c’era nessuno dei colleghi che con lui avevano giocato nel Verona, nel Napoli, solo Mattei del Como e Vanoli dell’Udinese. Non un allenatore, non un presidente. Nessuno, se non pochi amici. Questa, la generazione del Covid, sembra aver dimenticato cosa è stato, e ancora è, l’Aids. Il coronavirus ha ucciso sei milioni di persone in tutto il mondo, l’Hiv trentasei milioni. 

 

giuliano giuliani cover giuliano giuliani cover

L’Aids era una malattia di cui vergognarsi. Se l’avevi contratta eri drogato, omosessuale o dedito alla promiscuità sessuale. Tutte cose per le quali il pensiero comune, ancora oggi, indirizza all’inferno. Anche allora qualche sventurato, che farà persino politica, disse che «c’erano forti sospetti che l’Aids fosse una bufala». Magic Johnson, uno che ha sperimentato che una bufala proprio non era, disse: «Il peggior momento di tutti questi fu mentre tornavo dallo studio del dottore, per andare a dire a mia moglie che ero sieropositivo».

 

 

È questo il momento dal quale partiamo nella conversazione con la moglie di Giuliani, Raffaella Del Rosario. «Lui me lo disse a Udine. Aveva fatto gli esami di routine. Venne un giorno e mi confessò di essere sieropositivo. La mia vita precipitò nel buio. Mia figlia aveva un anno e mezzo, per fortuna era stata concepita prima che lui contraesse la malattia. Al dolore, e sinceramente anche la rabbia, per quello che stava succedendo a Giuliano, si accompagnò anche l’ansia per il mio destino. Eravamo una coppia che aveva una normale vita coniugale. Lui forse aveva preso l’Aids a ottobre. Eravamo a giugno».

 

giuliano giuliani maradona giuliano giuliani maradona

«Ho fatto i controlli ogni sei mesi, tutte le volte con la sensazione che potesse arrivare anche su di me la mannaia di quella malattia. Mi sono separata, sono andata a Napoli, con la bambina. Ero ferita, angosciata. Lui mi ha fatto causa, mi ha tagliato ogni contributo e ha chiesto l’affidamento della bambina. Io a Napoli ho ricominciato a lavorare. Ma non erano più i tempi allegri dello scudetto. Anni bellissimi. Vivevamo a Posillipo, l’estate la passavamo a Capri.

 

Mi sono sposata a 22 anni, lavoravo in una televisione e tutto mi sembrava rosa. Giuliano era molto legato a Corradini e a Diego. Passavamo le serate insieme a giocare a Cluedo, c’era un clima di festa continua. Io sono rimasta incinta nello stesso periodo in cui successe alla moglie di Maradona. E ricordo la meravigliosa celebrazione della vittoria nel campionato del 1990, su una nave in cui tutta la squadra si ritrovò. Sembrava tutto possibile, quella sera».

 

giuliano giuliani giuliano giuliani

«Avevo conosciuto Giuliano nel 1987, a Milano, durante una festa. Io lavoravo come valletta, lui giocava nel Verona. Era un ragazzo introverso, complesso, molto affascinante. Era simpatico, umile, sbruffone, tutto insieme. Aveva avuto un’infanzia complicata, della quale non amava parlare.

 

Persino a me non ha mai detto che suo padre era stato travolto da problemi di alcolismo, che sua madre era stata uccisa in Germania dal suo nuovo compagno. Era destinato a sostituire Zenga all’Inter, ora sarebbe ancora qui. Invece alla fine Walter rifiutò di andare via e Maradona si ricordò di quel portiere gialloblù che gli aveva parato dei rigori. Per questo sistema di casualità, sliding doors, lui si ritrovò una sera a Buenos Aires, alla festa di addio al celibato di Diego».

 

Qui affido il racconto di quella sera a un suo collega che mi chiede di poterlo fare, perché sia privo di omissioni, senza essere nominato. «Giuliano era un ottimo portiere e un bravo ragazzo. Ma arrivò dopo Garella al quale tutti volevamo bene e risentì, incolpevolmente, di questa successione. Era complicato, chiuso. Durò solo due anni, nonostante fosse forte.

la moglie di giuliano giuliani la moglie di giuliano giuliani

 

Quella sera Diego aveva organizzato un addio al celibato a suo modo, c’erano quattordici ragazzi e 42 ragazze. Chi c’era mi ha raccontato che appena arrivarono le automobili con gli invitati si chiusero le porte e si spensero le luci. Giuliano fu visto tornare in albergo alle cinque di mattina, quella sera si è giocato la vita». Eros e Thanatos, istinti di vita e di morte che si sovrappongono, magari allineati nel domino del destino.

 

Dice Raffaella: «Io avevo partorito da sette giorni, ovviamente non potei andare. Questa coincidenza mi ferì in modo particolare e fu una delle ragioni per le quali ci separammo. Ma gli sono restata accanto nella fase finale della sua vita. Lui aveva tentato di tutto per curarsi. Si era trasferito a Bologna e aveva trovato una nuova compagna che però, quando la malattia si è aggravata, lo ha lasciato. Lui non aveva nessuno, se non gli zii che avevano cresciuto lui e suo fratello, morto dopo una vita complicata.

 

la moglie di giuliano giuliani la moglie di giuliano giuliani

Giuliano non immaginava di morire. La sera prima, in ospedale, ero con lui. Mi ha detto: “Ci vediamo domani, voglio stare un po’ con Gessica, la nostra bambina.”. Mi ha fatto giurare che non avrei mai detto a sua figlia la causa della morte. Io lo feci. E ho tenuto fede a questa parola data. Lei, a diciotto anni, lo ha scoperto su Internet e, per questo, ha pagato un prezzo molto alto.

 

Il giorno dei suoi funerali non venne nessuno dei suoi compagni del Napoli o del Verona. Non un telegramma, una corona di fiori. Niente, Giuliano Giuliani era buono per parare i rigori, non meritava un atto di solidarietà. Attorno a lui, negli anni della malattia, si era fatto il vuoto. Lo avevano persino arrestato per una assurda storia di cocaina, dalla quale fu subito scagionato. Ma la paura di essere associati a lui, nel tempo in cui avere l’Aids significava essere o drogati o omosessuali, lo aveva reso un monatto, una anomalia da ignorare».

 

(...)

diego armando maradona diego armando maradona diego armando maradona diego armando maradona

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - CHE COSA SI PROVA A DIVENTARE UNA GALLINA LESSA, UNA LINGUA IN SALMÌ, UNO ZAMPETTO CON MOSTARDA, SBATTUTA NEL CARRELLO DI BOLLITI, A UN PASSO DALL’IRRILEVANZA POLITICA? - VI RICORDATE QUANDO, UN ANNO E MEZZO FA, IN CAMPAGNA ELETTORALE, PARLANDO DI EUROPA, GIORGIA DUE-MELONI AVEVA DETTO, TRA SBARRAMENTI OCULARI E DIGRIGNAR DI DENTI, CHE CON LEI AL GOVERNO LA PACCHIA A BRUXELLES SAREBBE SICURAMENTE FINITA? COME NO, OGGI “LA PACCHIA È FINITA”, MA PER L’ITALIA - MESSA IN UN ANGOLO DAL QUINTETTO MACRON-SCHOLZ-SANCHEZ-TUSK-MITSOTAKIS, ABBANDONATA PURE NEL SUO GRUPPO ECR, IERI SI È CONSUMATO IL FALLIMENTO EUROPEO DEL CAMALEONTE MELONI - UNO PSICO-DRAMMA CHE SI TRASFORMA IN UNA FARSA DEMENZIALE CON SALVINI CHE BERCIA AL “COLPO DI STATO EUROPEO"

FLASH! - STASERA AL SUK DI BRUXELLES CI SARÀ UN INCONTRO CHE POTREBBE ESSERE FATALE AI SOGNI DI GLORIA DELLA DUCETTA: GLI EMISSARI DI MACRON E SCHOLZ SI ATTOVAGLIERANNO CON I RAPPRESENTANTI DEI VERDI (54 EURODEPUTATI) PER UN APPOGGIO ESTERNO AL FINE DI SALVAGUARDARE LA ''MAGGIORANZA URSULA" DAI FRANCHI TIRATORI DEL PPE OSTILI A VON DER LEYEN - I VERDI MIRAVANO A ENTRARE NELLA MAGGIORANZA MA IL PPE HA POSTO IL VETO - CONTE STA TRATTANDO PER QUALCHE POSTO: VOTARE URSULA O ASTENSIONE...

DAGOREPORT - A PALAZZO CHIGI IL BORDELLO CONTINUA! CHIUSE CON TANTI RINVII LE NOMINE CDP E FERROVIE, ORA SUL TAVOLO DELLA MELONI RESTA DA RISOLVERE QUELL’ETERNO PASTICCIO RAI - ED ECCO SPUNTARE SALVINI COL COLTELLO TRA I DENTI, CHE NON PERDE UN’OCCASIONE PER OPPORSI ALL’AUTORITARISMO SENZA LIMITISMO DELLA DUCETTA. IL PLENIPOTENZIARIO RAI DEL “CAPITONE”, ALESSANDRO MORELLI, INCROCIA LE LAME CONTRO L’AD IN PECTORE, IL MELONIANO ROSSI, CHE NON INTENDE SPARTIRE LA TORTA CON IL CARROCCIO (ALLA PRESIDENZA ANDRÀ LA FORZISTA SIMONA AGNES) - AI RODIMENTI DI CULO DI SALVINI, OCCORRE AGGIUNGERE LE INSOFFERENZE DELL’ALTRO ALLEATO DI GOVERNO, FORZA ITALIA, NELLA PERSONA DELLA “PROPRIETARIA” DEL PARTITO: MARINA BERLUSCONI. LA “CAVALIERA” HA FATTO PRESENTE A TAJANI CHE LUI SERVE MA NON APPARECCHIA. IN SOLDONI: CARO ANTONIO, È LA FAMIGLIA CHE PRENDE LE DECISIONI, NON I TUOI AMICI ROMANI -  INCAZZATA PER L’ATTACCO SUL ‘’CORRIERE” DI MARINA B, LA “PSICONANA” (COPY GRILLO) CHIAMA PIER SILVIO….

DAGOREPORT - CHE SOMMOVIMENTO NEL MOVIMENTO! - GRILLO VUOLE TERREMOTARE LA LEADERSHIP DI CONTE CON UN “GOLPETTO” INTERNO PER PORTARE IL M5S AL VOTO ONLINE E CONSEGNARE LA GUIDA A VIRGINIA RAGGI - HA PROVATO A IMBARCARE FICO CHE SI E’ MOSTRATO SCETTICO: CONTE HA PROMESSO DI ABOLIRE IL LIMITE DEI DUE MANDATI (COSI’ PORTERA’ DALLA SUA PARTE GLI EX BIG FINITI AI MARGINI) – PEPPINIELLO DEVE “UCCIDERE IL PADRE”: SFILARSI DAL CONTROLLO DI GRILLO E TRAGHETTARE IL M5S (TRASFORMATO IN PARTITO) NEL “CAMPO LARGO” (LUI FARA’ IL VICE DI ELLY) - IL TEOREMA "BETTINI" PER L'ALLEANZA DEL CENTROSINISTRA, GLI ATTACCHI A "AVS" ACCUSATO DI PAPPARSI IL VOTO DI PROTESTA, IL GELO CON ROCCO CASALINO...