DAGONOTA
Il calcio italiano ha finalmente un soggetto che (forse) ne garantirà la difficile sopravvivenza.
La Serie A italiana è indiscutibilmente in crisi, il calcio italiano è chiaramente in declino, è lo specchio del nostro Paese. I litigi interni alla Lega Calcio di Serie A, un Commissario appena nominato e già in viaggio nell’Estremo Oriente, i Presidenti inadeguati, le Società Sportive in crisi economica, le vicende giudiziarie che hanno decapitato Infront (che oggi manca di una leadership autorevole) e tante altre cose hanno depresso il valore del calcio.
Mediaset e Sky lo hanno detto in maniera chiara nelle due aste organizzate da Infront e rivelatesi un clamoroso flop: più di tanto non vale questo campionato di Serie A.
Jaume Roures Taxto Benet mediapro
Solo a questo punto si è palesato il nuovo soggetto: gli spagnoli di Mediapro. Spagnoli, un po’ catalani, un po’ cinesi; un po’ trotzkisti un po’ corsari. Sconosciuti in Italia ma ben conosciuti in Spagna e spesso oggetto di polemiche e di attenzioni investigative.
MediaPro però ha osato, aggiudicandosi i diritti della Serie A con più di 1 mld di euro sul tavolo da gioco (per ora sulla parola), così facendo finalmente felici le squadre di calcio che “consumano” molto più di quanto producono in una dinamica perversa e irrazionale.
Allora è tutto chiaro? Cairo ci spera (per i suoi diretti interessi ben governati anche dalle testate giornalistiche del suo Gruppo, come il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport); Lotito, futuro deputato di Forza Italia, si appresta a raccogliere più soldi possibili per la sua squadra dalla distribuzione dei diritti; De Laurentiis si accoda; la gran parte dei Presidenti, incuranti dei problemi industriali a monte, trovano ristoro momentaneo nei valori nominali di questa trattativa. La Lega di Serie A e Infront già brindano alla “revolucion”.
Quindi è tutto risolto? Sulla carta sì. Mediapro gestirà da “intermediario unico” la partita della distribuzione dei diritti della Serie A. Ma come? Per ora regna la confusione. Nessuno lo sa, forse nemmeno MediaPro. Le loro prime dichiarazioni sul modello che intenderebbero trasferire in Italia sono state poco chiare. Media Pro mediatore di diritti? Sì. Operatori con un proprio canale televisivo? La legge non glielo consente (e Sky li ha già avvisati). O cosa altro? Nessuno lo capisce.
Non è un buon inizio per essere certi che tutto quindi sia risolto e chiaro. Il cammino in realtà è ancora lungo e incerto e dovrà passare attraverso verifiche con le autorità regolatorie e poi ancora con le trattative con gli operatori televisivi e telefonici. Gli stessi di sempre: Mediaset, Sky, Perform, Telecom...
luigi de siervo e claudio lotito
Ma se i diritti per questi operatori valevano massimo tra gli 800 e 900 milioni, come farà MediaPro a raccogliere dagli stessi almeno 1 miliardo e 50 MLN di euro oltre al proprio margine di guadagno? Altri operatori in arrivo? Non se ne intravede l’ombra.
luigi de siervo e claudio lotito
Canali televisivi in costruzione per andare direttamente sui clienti? Non solo non ve ne sono le basi legali ma la costruzione della filiera industriale necessaria a questo tipo di modello presuppongono tempi lunghi, risorse economiche enormi, gestione finanziaria e degli abbonati molto complessa che necessita di molti anni di esperienza. Forse i tifosi del calcio italiano non se ne sono ancora accorti ma il loro destino è ancora molto in alto mare.
E’ più facile distruggere che costruire. Attendemus ancora il Papam.
URBANO CAIRO de laurentis lotito tavecchio de laurentis galliani lotito foto mezzelani gmt