Estratto dell'articolo di P.Tom. per il “Corriere della Sera”
Il c.t. spagnolo De la Fuente, che nel 2019 ha vinto l’Europeo Under 21 con la «Rojita» in finale contro la Germania, giustamente ne va orgoglioso: nel gruppo che prepara la semifinale di domani contro la Francia ci sono 7 reduci di quell’esperienza felice. Ma l’Italia, allenata all’epoca da Di Biagio e fuori al primo turno senza accesso alle semifinali, in questo Europeo ne aveva altrettanti di quell’U21.
[…] I dati appena pubblicati dal Cies di Losanna sulla «demografia» di decine di campionati nel mondo, nascondono delle sorprese e delle conferme: la sorpresa è che quello spagnolo, fra i tornei principali, è quello con l’età media più elevata dei giocatori impiegati (27,5 anni di età media) e anche quello tedesco è leggermente superiore alla media italiana (26,9).
[…] Il primo dei due dati che mostrano lo stato dell’arte del nostro pallone è la percentuale di minuti (fra i 616 calciatori che hanno messo piede in A) giocati da atleti formati nei club per almeno tre anni, fra i 15 i 21 anni.
Il secondo dato è la percentuale di minuti giocati da calciatori cresciuti in federazioni diverse dalla nostra (quindi stranieri non cresciuti in Italia): per i cosiddetti «club trained players» l’Italia è la terzultima in assoluto con il 5,5 % di minutaggio, meglio solo di Grecia e Turchia. La Spagna con il 19,6% è due giri davanti a tutti, ma anche Francia (14,9), Germania e persino la Premier (8%) ci guardano stabilmente dall’alto.
Insomma i nostri club non producono più risorse interne, affidandosi solo al mercato. […] E i giovani su cui puntare sono pochi. Sul minutaggio degli stranieri siamo sesti al mondo, con il 62,4%, dietro all’Inghilterra (63,1). Anche qui Germania e Francia sono più virtuose (57,5% e 44,4%) mentre la Spagna è un altro mondo, con il 39,1% . L’esatto opposto dell’Italia. In tutto.