CAMPIONATO SENZA PADRONE - LA FIORENTINA FA VIOLA L’INTER, JUVE IN CADUTA LIBERA - MURA: ''ALLEGRI CONTINUA A CAMBIARE MODULO E UOMINI. QUESTO AUMENTA LE INCERTEZZE'' - SCONCERTI: ''INTER INESISTENTE, IL MILAN NON E’ DA CHAMPIONS'' -

Mura: “La Juve è un corpo (una squadra) senza cervello (Pirlo), senza cuore (Tevez) e senza polmoni (Vidal), un errore l’acquisto di Hernanes” - Sconcerti: “La Fiorentina domina dall’inizio alla fine. L’errore sarebbe adesso credere troppo a questa partita. L’Inter ha solo trovato l’avversario peggiore...”

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1. UN’ALTRA SERIE A

Gianni Mura per “la Repubblica”

inter fiorentina inter fiorentina

Comincia un altro campionato. La classifica s' accorcia. L' Inter è sempre prima, ma con qualche dubbio in più e, sullo stesso gradino, una compagnia scomoda: la Fiorentina che l' ha strapazzata a San Siro. L' unica squadra imbattuta è il Sassuolo. L' Inter, che nelle cinque precedenti partite aveva incassato solo un gol, ne prende tre in 20', quand' è ancora in parità numerica.

 

Bellissima e veloce la Fiorentina, con Kalinic e Ilicic a mettere in crisi, con la regià di Borja Valero, l' Inter. Partita atipica, con qualche attenuante per l' Inter: l' indisponibilità di Jovetic, l' ex più atteso, e la serata nerissima di Handanovic, che tante volte ci aveva messo una pezza ma ieri ha aperto la porta dell' abisso.

 

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Non abituata a essere sotto (era la prima volta) l' Inter reagisce male, in modo confuso ed è castigata in contropiede. Partita valutabile per mezz' ora: il punteggio e l' espulsione di Miranda (trattenuta da ultimo uomo sul solito Kalinic) hanno tolto pathos e sugo. Nell' ammirevole Fiorentina, non è piaciuta la pretesa di fare torello per 45'. Icardi ha provato a riaprire il discorso, ma sul 3-1 s' è rivista la vera Fiorentina, quella che gioca per linee verticali e cerca sempre la porta. Sousa ha guidato al vertice i suoi quasi a fari spenti. Quanto vale la Fiorentina? Da ieri, molto di più.

 

Per i pessimisti la Juve non c' è più. Per gli ottimisti la Juve non c' è ancora. Non ci fosse stata la vittoria di Manchester, che sembra lontanissima ma non è, avrebbero ragione i pessimisti. I numeri la coprono come un sudario: 5 punti in 6 partite, tre sconfitte di cui due in scontri con avversarie dirette, sia pure in trasferta. Ma è un dettaglio, perché sul suo campo la Juve ha raccolto solo due punti. Ne avesse rimediati altri tre, com' era alla sua portata, ora non si parlerebbe di crisi nera ma di momento difficile, in coda al gruppo ma vicina al gruppo. Buffon, con la serietà del vero capitano, ha detto ieri che la parola scudetto è temporaneamente da accantonare.

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Quest'anno Josip Ilicic, 27 anni, terza stagione a Firenze: ha sbloccato la partita su rigore e ha propiziato il raddoppio di Kalinic. Per lo sloveno è il secondo gol quest' anno, il 14° con la maglia viola. Niente voli pindarici, rimettere insieme i cocci, ritrovare continuità e sicurezza, senza fare questioni tra vecchi e nuovi. In sei partite la Juve ha battuto solo il Genoa a Marassi, a fatica. Cosa le è capitato? Il calcio non è il triangolo delle Bermuda, dove spariscono le grandi navi. Il calcio è imprevedibile a tratti, ma logico quasi sempre.
 

Le è capitato che ha perso tre punti di forza, ma due volevano andarsene (Pirlo e Tevez) e uno (Vidal) era un affare venderlo, a patto di trovare un giocatore con le sue caratteristiche. Non lo era Draxler, che comunque ha preferito il Wolfsburg, non lo è Hernanes. Che nemmeno è adatto a coprire il ruolo di centrocampista arretrato. Un errore il suo acquisto. Allegri non può dirlo, ma dovrà trovargli un posto. O in panchina o dietro a due punte, più vicino alla porta avversaria visto che la sua dote migliore è il tiro, non certo la continuità.
 

Con immagine un po' macabra ho sentito dire che la Juve è un corpo (una squadra) senza cervello (Pirlo), senza cuore (Tevez) e senza polmoni (Vidal). Senza cervello forse si può giocare, senza cuore e polmoni no. La Juve, pur perdendo, li ha mostrati sullo 0-2 a Roma e Napoli, sullo 0-1 a Manchester.

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Semmai, è da discutere l' atteggiamento di partenza, l' approccio di chi pensa a limitare i danni sapendo che non può imporre il proprio gioco.
 

Ora, col Napoli al peperoncino di Sarri non so quante squadre avrebbero evitato la sconfitta, così com' è chiaro che vincere lo scudetto con largo distacco per quattro anni di fila toglie un po' di fame. Ma il problema di fondo della Juve è nella circolazione del pallone, nella difficoltà di avviare l' azione. Con un centrocampo meno manovriero e protettivo, gli avversari pressano alto sulla difesa juventina, che da anni è invariata, quindi abituata a certi movimenti.

 

Gli sciagurati passaggi orizzontali, visti anche prima di Napoli, dipendono dalla precarietà di un passaggio verticale sul compagno libero.
Poi qualcosa che riguarda i singoli: il 10 sulla schiena, come prevedibile, non fa decollare Pogba, anzi forse lo schiaccia.

 

L'assenza di Marchisio è la più pesante. Intanto si nota che Rugani, il migliore dei difensori italiani giovani, non gioca mai, e che la fiducia dell' allenatore in Dybala non è grandissima. Perché? E perché Cuadrado, che è un discreto apriscatole, gioca più con il Frosinone che con il Napoli?

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Allegri continua a cambiare modulo e uomini. Questo aumenta le incertezze. Il Siviglia può essere una svolta, ma è sul fronte interno che la grande Juve è un pallido ricordo. Dopo quattro anni in fuga, inseguire è una novità, ma anche un' urgenza e un dovere.

 

 

2. NERAZZURRI INCONSISTENTI ROSSONERI LEGGERI

Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”

 

L’Inter sbatte contro Kalinic e i suoi pirati come una nave nel porto della nebbia. Scompare tutto, gioco, idee, agonismo, la Fiorentina domina dall’inizio alla fine. Non ha difeso il piccolo vantaggio del rigore, ha capito la nottata, ha cercato e trovato gli altri gol. Ingiudicabile l’Inter, stupito Mancini, desolato San Siro, mai un tiro, una triangolazione, un’ondata di ottimismo.

 

La squadra è stata come stordita dal palleggio degli altri e si è sentita subito poco difesa dalla malavoglia di Handanovic. Ma non c’è un perché esatto, è stato un treno che non è mai partito. Inutile Kondogbia, assente Guarin, inconsistente Palacio, mai chiamato in gioco Icardi. E la difesa terrorizzata dai movimenti e dal fisico di Kalinic, ispirato da Ilicic e l’eterno piccolo trotto di Borja Valero. L’espulsione di Miranda ha convinto la Fiorentina a tenere solo la palla e l’Inter ad aspettarla per trovare in contropiede uno spazio che non c’era. Inesistente l’Inter, con un calcio che all’improvviso paga tutti i vantaggi delle prime cinque giornate.

 

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L’errore sarebbe adesso credere troppo a questa partita. L’Inter ha solo trovato l’avversario peggiore, forza e anche qualità, ordine tattico, più due attaccanti di livello europeo. La stagione dell’Inter comincia ora, vedremo a che punto della deriva si fermerà l’asticella. Quella della Fiorentina era già cominciata. E ha forse molta strada.

 

Il Milan si ferma a Genova seguendo la metà di se stesso che non è ancora compiuta. È la terza sconfitta su sei partite ed è la terza volta che il Milan non riesce a segnare. A suo danno c’è che il tempo passa inutilmente, le febbri tornano subito dopo l’effetto del chinino. La squadra pende sempre da qualche parte, avrebbe idee, ma questo è peggio perché non sa come tradurle. In più prende gol ogni partita.

 

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Solo il Verona ha fatto altrettanto. Mihailovic non sta riuscendo a dare l’ultima spinta, quella vera. Se questo settembre ha un senso, il Milan non è da Champions. Però è tempo che Mihailovic cominci a saper prendere il meglio dalla squadra. Ci sono pause inconcepibili, ingenuità. Tre sconfitte sono una condanna della squadra, ma anche del gioco. Troppo variabile, troppo leggero. E questo è soprattutto un campionato fisico. 

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