Fabrizio Caccia per il "Corriere della Sera" - Estratti
giorgia meloni con giovanni malago parigi 2024 2
Collegare i punti, riavvolgere il nastro di queste giornate convulse, le mezze frasi, gli avvertimenti neppure troppo nascosti, perché adesso che Parigi è alle spalle e Los Angeles è ancora lontana (2028), la competizione si sposta tutta a Roma, più precisamente al Foro Italico, Palazzo H, la sede storica del Coni, il Comitato olimpico nazionale italiano. E la domanda oggi è una sola: chi sarà il prossimo presidente?
Quello in carica, Giovanni Malagò, è tornato ieri dalla Francia con 40 nuove, sonanti, medaglie da consegnare alla storia. Di cui 12 d’oro. E appena sbarcato all’aeroporto di Fiumicino, ha detto: «Abodi? Sicuro ci rivedremo a livello istituzionale, il rapporto prosegue. Non sento alcuna pressione politica addosso, però la verità è che la politica, salvo qualche soggetto, è orgogliosa di questa gestione dello sport italiano».
giorgia meloni alice bellandi giovanni malago
Andrea Abodi, il ministro per lo Sport e i Giovani, la settimana scorsa aveva dichiarato: «Le norme dicono che i mandati, negli enti pubblici, possono essere al massimo tre. Malagò è alla fine di un percorso». Come a dire: game over . E lui, Malagò, l’aveva presa malissimo: «Parole fuori luogo».
Il presidente del Coni dice di non sentire «la pressione politica addosso», eppure ieri il senatore FdI Paolo Marcheschi, responsabile sport del partito, ha fatto capire quale sarà il suo destino: «Malagò ha dimostrato negli anni le sue competenze e la sua professionalità ricoprendo, per ultimo, l’importante ruolo di guida del Coni. Un suo avvicendamento, come peraltro impone la legge, rientra nell’ambito del normale ricambio dei vertici, che riguarderà anche le stesse federazioni sportive. Il mio auspicio è che Malagò possa continuare a ricoprire un ruolo di primo piano nel mondo dello sport italiano».
giorgia meloni con giovanni malago parigi 2024
Già, un ruolo di «primo piano». Ma quale? Al glorioso Circolo canottieri Aniene lui è già presidente onorario ed è presidente pure della Fondazione Milano Cortina 2026.
Così, visto che la sua candidabilità al Coni sembra ormai esclusa, non solo dalla legge (anche se Malagò ci spera ancora), il ruolo di primo piano potrebbe essere un altro: la Figc, la Federcalcio. In fondo, la porta l’aveva aperta sempre il ministro Abodi una settimana fa: «Il presidente Gravina (Gabriele Gravina, presidente Figc dal 2018, ndr ) ha detto a me che intende fare un passo indietro, ma vuole prima capire in che mani lascia la Federcalcio».
giorgia meloni giovanni malago parigi 2024
Le elezioni ci saranno il prossimo 4 novembre, c’è tutto il tempo per presentare una candidatura. In fondo, lo stesso Marcheschi (FdI) ha detto ieri che «il ricambio dei vertici riguarderà anche le federazioni» e Malagò «per la poltrona di via Gregorio Allegri — così sussurrano al Circolo canottieri Aniene — invece è candidabilissimo». Ama il calcio (e la Roma) e ormai è un dirigente di fama internazionale, con tanti amici al Cio ma anche nella Fifa.
THOMAS BACH - GIORGIA MELONI - GIOVANNI MALAGO
Però lui al Palazzo H è affezionato: «Il Cio ha detto che il mandato del Coni scade il 30 maggio del 2025 — ricorda —. Cioè a pochi mesi dall’apertura di Milano Cortina (6 febbraio 2026, ndr ) con il presidente del Comitato olimpico che è la persona che inaugura la sessione che apre i Giochi invernali. Faccio fatica a trovare qualcuno che sappia dove mettere le mani. Mi sembra solo una decisione di buon senso». Quale? Il fatto che lui resti al suo posto.
2. LA DESTRA FERMA MALAGÒ
Estratto Dell’articolo Di Giuliano Foschini per “la Repubblica”
giovanni malago a casa italia di parigi 2024
[…] A Repubblica risulta che nei mesi scorsi, all’interno del governo, qualcuno abbia cominciato a ragionare sulla possibilità di spostare Malagò nel mondo della Federcalcio: al posto di Gravina, in pessimi rapporti oggi con Abodi. O magari alla Lega calcio.
Ma, come ben sa Malagò, non sono partecipate dove, con un decreto si fanno le nomine. I processi di elezione arrivano dal basso (dai delegati o dai presidenti delle squadre di A) e il governo non è in grado di fare tutto da solo. Ancor più in un momento di grande conflittualità interna.
Anche perché dentro la maggioranza l’attuale presidente del Coni ha anche molti nemici. Paolo Barelli, capogruppo alla Camera di Forza Italia e presidente della Federnuoto, è il primo. La legge è stata cambiata per lui, in modo da consentirgli di poter correre per un quarto mandato.
Ieri Barelli è tornato all’attacco: «Malagò si ascrive i successi del medagliere? I meriti sono in primo luogo delle società sportive». Ma Barelli, e la sua norma ad personam, sono il punto debole della posizione del governo. […]
Che accade, quindi? Chi è vicino a Malagò è convinto che non accetterà nessuna exit strategy: in caso resterebbe nel consiglio Cio e poi c’è Milano-Cortina. Ma proprio le Olimpiadi invernali sono considerate dai nemici di Malagò il suo tallone di Achille: i ritardi, le inchieste sul management, le incompiute, i fondi impazziti sono gigantesche cariche di esplosivo sotto la sua sedia. E c’è chi pensa già a un commissariamento, come tra l’altro già è successo con i Giochi del Mediterraneo. La partita è appena cominciata.
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giovanni malago con julio velasco