Sono andato a rivedermi gli attaccanti ?? per #Francia98, qualcosina c’era:#Baggio (31)#Chiesa (27)#DelPiero (23)#Inzaghi (24)#Vieri (25)
Non convocati:#Totti (21)#Montella (23)#Signori (30)#Zola (32)#Mancini (34)
Altri: #DelVecchio, #Protti, #Lucarelli, #Hubner… pic.twitter.com/4NzUf62Roc
— nonleggerlo (@nonleggerlo) November 16, 2021
UN ALTRO RIVA NON LO SI TROVA FACCIAMO PRIMA A RITROVARE NOI STESSI
Fabrizio Roncone per il "Corriere della Sera"
Non è esattamente un flashback azzurro. Piuttosto: sono schegge di memoria, uno scarabocchio che resta sugli appunti, il graffio di una sensazione, qualcosa in meno di un sospetto, sono dubbi sparsi, leciti, forse inevitabili. Però, a ripensarci: prima che nel gioco, la nostra Nazionale sembra essersi smarrita dentro. Nella mente e nel cuore. Sappiamo che, in qualsiasi sport, il peggior nemico è la paura. Dell'avversario devi avere rispetto, mai spavento.
E invece: sguardi bui già all'Inno di Mameli. Nel sottopassaggio dell'Olimpico, prima di affrontare la Svizzera, i nostri sembravano undici cristiani diretti al martirio. Spifferi: non avevano cantato sul pullman, molti con le cuffiette, ciascuno con i propri demoni; lasciata nella leggendaria notte di Londra tutta la spavalderia, l'esorcismo dell'allegria, l'idea magnificamente perversa e vincente di non essere dei campioni, e però di fingere d'esserlo. Così non si sfalda solo un gruppo: ma anche un progetto di gioco. Quello di Mancini è tutto sul ritmo.
Corri e ti proponi al compagno, lo aiuti, lo cerchi, ti cerca. Un palleggio pieno di solidarietà, fratellanza, coraggio condiviso. Cosa urlava invece Chiesa, con occhiate di fuoco, ai compagni sul prato del Windsor Park di Belfast? E poi: mai visto un Barella tanto nervoso. E Gigio Donnarumma, porca miseria: con quell'uscita che nemmeno da bambini, sulla spiaggia, ai tempi del portiere volante.
Sono indizi, non prove. Bonucci sostiene - e bisogna credergli - che sia venuta meno la leggerezza. Per recuperarla, però, è fondamentale capire perché sia evaporata. L'orizzonte sul quale siamo adesso costretti a camminare non prevede incertezze, tremori, ansie battenti. Per dominare gli spareggi, dobbiamo dominarci. E riconoscerci per quello che siamo: una squadra normale che ha già dimostrato di poter essere speciale. In quattro mesi non illudiamoci di riuscire a trovare un nuovo Gigi Riva. Facciamo prima a ritrovare noi stessi.