La sconfitta nello scontro diretto contro il Tottenham complica fortemente la rincorsa alla Champions League del Chelsea di Antonio Conte, che al momento è quinto nella classifica di Premier proprio dietro agli Spurs che hanno 8 punti di vantaggio.
A 7 giornate dalla fine del campionato inglese, arrivare nei primi quattro posti sembra essere ormai un'impresa quasi impossibile per il club di Abramovich e il 3-1 subito oggi sembra aver fatto svanire qualsiasi speranza rimasta.
Nel dopo partita Conte si è presentato ai microfoni dei giornalisti particolarmente deluso da quanto successo allo Stamford Bridge e alle domande sul suo futuro, l'ex allenatore della Nazionale italiana non ha voluto rispondere chiaramente.
Nel derby londinese il Chelsea era partito col piede giusto, andando in vantaggio grazie al gol di Alvaro Morata. Ma a pochi secondi dalla fine del primo tempo, il Tottenham ha trovato il pareggio grazie ad un gran tiro di Eriksen prima di prendere il largo nella ripresa con la doppietta di Alli. Conte ha analizzato la sconfitta: “Meritavamo il vantaggio ma non dovevamo prendere gol a fine primo tempo. Abbiamo commesso troppi errori, la partita di oggi deve esserci di insegnamento”.
Inevitabile la domanda sul suo futuro: il rapporto con la dirigenza dei Blues sembra essere ormai ai minimi termini eppure l'ex allenatore della Juventus non ha voluto dare indicazioni precise su una sua eventuale partenza da Londra: “Dovete chiedere alla società. Io penso solo a lavorare, non sono preoccupato: tutti conoscono la durata del mio contratto”
Dichiarazioni molto vaghe quelle del tecnico leccese che con la sconfitta di oggi ha probabilmente perso la possibilità di portare nuovamente il suo Chelsea in Champions League. Qualificazione che forse sarebbe stato un degno regalo d'addio.
2. CONTE, PSG SEMPRE PIU’ LONTANO
Gli è rimasta solo l'FA Cup per salvare una stagione molto complicata, nella quale non è riuscito a ripetersi e a confermarsi ai vertici della Premier League. L'avventura di Antonio Conte sulla panchina del Chelsea è giunta al capolinea, anche se l'ex CT della Nazionale aveva già mollato dopo una campagna acquisti che non aveva soddisfatto le sue aspettative e che non ha portato a Stamford Bridge dei fenomeni in grado di contrastare la corazzata Manchester City e di rendere i Bluescompetitivi in Europa. La differenza di valori si è vista tutta nel doppio confronto con il Barcellona: a nulla è servito il solito atteggiamento tattico equilibrato, perché i campioni fanno sempre la differenza.
Nonostante abbia qualche responsabilità (la gestione del caso Diego Costa su tutte), Conte resta molto amato da tifosi e giocatori, ma l'addio pare ormai scontato. La destinazione più logica, sfumata la pista-Milan, sembra essere il Paris Saint-Germain degli sceicchi, deluso dall'ennesimo fallimento internazionale e intenzionato a compiere un ulteriore passo per raggiungere il sogno Champions. Ci sarà, però, da battere una concorrenza spietata: da Massimiliano Allegri a José Mourinho, fino a Mauricio Pochettino e Thomas Tuchel, che sembra il vero favorito.
L'unica strada percorribile in alternativa è quella che porta alla panchina azzurra: Costacurta e Fabbricini cercheranno di convincerlo fino all'ultimo momento, perché sanno quanto una figura così forte possa essere utile in tempi di rifondazione. Al tecnico pugliese sono sempre piaciute le sfide impossibili e la sua repulsione per gli anni sabbatici potrebbe convincerlo ad accettare nuovamente la Nazionale.
3. CHELSEA-TOTTENHAM 1-3
Michele Nardi per gazzetta.it
Questa volta Kane non era in campo dall'inizio, ma la differenza a Stamford Bridge non si è fatta sentire poi più di tanto. Il Tottenham stende in rimonta il Chelsea di Conte per 3-1 e tiene il passo del Liverpool nella corsa alla Champions League dell'anno prossimo. Per i Blues, ora a -8 proprio dagli uomini di Pochettino, l'ultimo treno per l'Europa che conta sembra essere definitivamente perso. A sostituire l'uragano, in panchina ma ancora in fase di recupero dalla lesione alla caviglia destra, ci ha pensato Alli, vero mattatore della giornata con la doppietta che nel secondo tempo ha spento i sogni di Conte e che interrompe una striscia di ben 25 partite senza vittorie a Stamford Bridge. Era il digiuno più lungo di una squadra su uno specifico campo nel campionato inglese.
LA PARTITA — Il primo tempo è giocato su livelli di intensità elevati: Chelsea-Tottenham è uno dei derby più accesi della capitale e in campo nessuno ha tirato indietro la gamba. Le squadre sono lunghe già dopo 10 minuti le occasioni non tardano ad arrivare. Intorno al quarto d'ora è il Chelsea a prendere in mano le operazioni e passerebbe pure in vantaggio con Alonso al 18', ma la deviazione sul cross di Kante è in fuorigioco. Poco male perché i Blues passano dopo 8 minuti con Morata: Rudiger apre a destra per Moses, cross perfetto per l'ex Real Madrid e Juventus che di testa manda la palla nell'angolino sinistro approfittando di un'uscita da 4 in pagella di Lloris.
Da lì il Chelsea domina ma il francese si fa perdonare con un gran intervento su Marcos Alonso al 42'. Il primo tempo sembra potersi chiudere con il vantaggio del Chelsea ma la squadra di Conte lascia spazio sulla trequarti ed Eriksen ne approfitta allo scadere, fulminando Caballero da fuori. Anche qui va segnalata la complicità del portiere, che non riesce a leggere la traiettoria del nazionale danese: il tiro si è abbassato all'ultimo ma non era molto angolato.
RIPRESA — La botta sul suono della campanella non si fa sentire e il Chelsea nella ripresa va subito all'assalto sfiorando il 2-0 ma la sfuriata dei ragazzi di Conte viene gestita dal Tottenham, che piano piano prende in mano le trame del gioco. Al 62' cambia la partita: Dier verticalizza per Alli che, appena fuori dall'area piccola, controlla alla perfezione uno spiovente proveniente da dietro e prende il tempo a Caballero in uscita con un tocco morbido. Il Chelsea accusa il colpo e Alli, con la collaborazione di Son lo spegne definitivamente quattro minuti dopo. Il sud-coreano entra in area da destra, Caballero respinge i suoi due tentativi ma deve capitolare sul tocco ravvicinato del talento inglese che brucia sul tempo Alonso e Christensen. Pochettino rimanda in campo Kane mentre Conte si gioca il tutto per tutto mettendo dentro Giroud per Moses e l'ex giallorosso Emerson Palmieri per Alonso ma il forcing finale non porta grandi pericoli per la porta di Lloris.