Matteo Pinci per repubblica.it
In Germania, qualche ora dopo la rumorosa eliminazione della Mannschaft, denunciavano la fuga del disastroso arbitro Taylor, additato come il responsabile della sconfitta tedesca: “È scappato subito dopo la partita”, scrivevano, mentre Wagner, il vice del ct Nagelsmann, lo aveva atteso nello spogliatoio per insultarlo, quasi a replicare la scena di Mourinho dopo la finale di Europa League persa dalla Roma a Budapest.
Fa effetto pensando che l’italiano Guida, impeccabile, è tornato a casa dopo la fase a gironi. Di Taylor si dice sia difeso da una federazione potentissima, la Football Association inglese.
Lo stesso motivo per cui uno dei favoriti per dirigere la finale è l’altro inglese, Michael Oliver, 39 anni, impiegato già in 4 gare in questo Europeo, ultima Portogallo-Francia. Ma attenzione, perché lo sfidante più accreditato dell’arbitro inglese, per il match che assegnerà la coppa a Berlino il 14 luglio, è un italiano: Daniele Orsato.
E fa ancora più effetto pensando che per il direttore di gara di Schio potrebbe essere l’ultima partita della carriera, visto che ha già dato l’addio alla Serie A e ha deciso di chiudere in Germania.
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Al futuro Orsato non ha ancora voluto pensare, concentratissimo sull’Europeo. Se fosse risparmiato dal designatore Rosetti nelle semifinali, l’indizio sarebbe piuttosto indicativo. Poi certo, c’è il numero uno al mondo, il polacco Marciniak. Da capire però come leggere il suo scarso utilizzo: solo due partite, un modo per preservarlo o al contrario il segno di qualche crepa di troppo?
Di certo a livello Uefa si è macchiato in questa stagione di un errore incomprensibile: il gol annullato a De Ligt del Bayern col Real senza aspettare la segnalazione del Var. Episodio che, al pari delle sue note preferenze di estrema destra, dovrebbe tagliarlo fuori per la finalissima. E quindi Orsato spera davvero. L’ultima occasione per il calcio italiano di salvare la faccia.