CORSE DELL’ALTRO MONDO! – MIGLIAIA DI “RUNNER” DA TUTTO IL MONDO ARRIVANO A CORTINA PER LA “LAVAREDO ULTRA TRAIL”, UNA DELLE MARATONE PIÙ ESTREME – I PARTECIPANTI PERCORRONO OLTRE 120 CHILOMETRI IN 30 ORE TRA LE MONTAGNE, CON UN DISLIVELLO DI 5.800 METRI, COMBATTENDO IL GELO, IL BUIO E RISCHIANDO DI CADERE IN QUALCHE CREPACCIO – I RACCONTI DI ALCUNI ATLETI: “MI STAVO ADDORMENTANDO MENTRE CORREVO, PER POCO NON CADEVO NEL LAGO DI MISURINA” – “HO PERSO 3 CHILI IN 20 ORE…” - VIDEO

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Estratto dell’articolo di Francesco Chiamulera per il “Corriere della Sera”

 

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Venerdì era la notte in cui migliaia di runner sono partiti, in uno scalpiccio ovattato, alla volta di un’impresa affascinante e un po’ integralista. C’è un fine settimana che si ripete da qualche anno, innestato nella stagione di Cortina d’Ampezzo come un corpo estraneo […] Nata nel 2007, […] la Lavaredo Ultra Trail è una cosa […] Su e giù per le montagne, notte e giorno, per 120 chilometri. […] come la distanza tra Milano e Torino, come la larghezza dello Stivale all’altezza del Molise, […] in trenta ore. 5.800 metri di dislivello.

 

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La più estrema gara di corsa italiana, seconda in Europa solo alla omologa del Monte Bianco, ha un tracciato che sembra disegnato per un drone in ripresa promozionale delle Dolomiti. Solo che la percorrono 1.600 runner (per la gara regina, la 120k appunto; e poi ci sono la 80, la 50, la 20, la 10, per un totale di 6.000 partecipanti). […] Intanto il percorso: dal centro di Cortina, dal Corso Italia dello struscio vacanziero […] tremiladuecento suole in vibram alle 23 si inoltrano nel buio.

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[…] la strada è vuota e silenziosa, per un attimo si pensa di avere sbagliato, è allora che arrivano, da dietro la curva, come uno stormo, un banco di pesci all’unisono, senza rumori. Solo il lieve suono della gomma sull’asfalto. […] A Ospitale, dopo una ventina di chilometri come dire, di mero riscaldamento, lasciano la vecchia, confortevole via di Alemagna per entrare nel bosco, e di lì su per la val Padeon.

 

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Fa freddo. Qualche stagione fa, dopo giorni di maltempo, dalle bocche uscivano tanti fumetti bianchi. […] L’arrivo al Tre Croci è in piena notte, poi accanto al Monte Piana, dove italiani e austroungarici si scambiarono cannonate per mesi. E di lì le Tre Cime di Lavaredo: la gara è pensata perché si raggiunga il rifugio Auronzo, dopo una salita aspra, primordiale, alle luci dell’alba. Cinquanta km dalla partenza. 2308 metri di altitudine. Cinque gradi. […] Tra i trail runner, qualcuno crolla dal sonno. Fabrice Ambroso, trentatré anni, veterano della Lut (ne ha corse tre), poco fa ha rischiato di cadere nel lago di Misurina.

 

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«Stavo addormentandomi mentre correvo, ho avuto uno sbandamento, mi sono visto finire in acqua». […] Finirà la gara. Arriva Daniele, 42 anni, che poco fa, al ristoro, era talmente intirizzito da non riuscire nemmeno a estrarre la borraccia dallo zaino. […] Si scende. Ci si avvicina a quello che unanimemente è considerato il punto di flesso della Lut: Cimabanche, quando sei già esausto dalla salita e discesa, la luce del primo mattino sembra dirti: ecco, è fatta, passata la nottata, sei arrivato. Invece è solo metà tracciato. Davanti a te la parte più dura: la val Travenanzes, maestosa e disabitata, dieci chilometri nel nulla, dietro le Tofane, tutta in salita. Da quota 1.600 a 2.300, un grattacielo.

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Quest’anno a scalarla, nella 80km, è anche Lino Cianciotto, 57 anni, cagliaritano, fotografo e guida, che nel 2013, mentre accompagnava un gruppo in escursione, ha visto una parete di roccia sarda venirgli addosso. Un blocco di una tonnellata gli ha spappolato la gamba destra. Amputato, in cinque mesi ha ripreso ad accompagnare i suoi clienti. Ora è qui. È l’unico a correre con una gamba bionica. «È comunque una protesi: non hai la sensibilità di un arto vero, sei su un terreno difficile, salita e discesa, tra le rocce scivolose, non è come correre in uno stadio. L’affaticamento sulla sinistra è esponenziale. L’equilibrio è tutto».

 

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[…] Arrivati alla Forcella Giau, vista sulla Marmolada, i runner vivono la parte mistica della gara. A seguirli, a valle, c’è il popolo dei parenti, sostenitori, amici. Il fanclub di Tom Evans, pettorina numero uno, ultramaratoneta professionista, medaglia d’oro agli europei di cross: «La cosa difficile è che sei ad alta quota per gran parte della gara. Le salite e le discese sono brutali. La cosa magnifica è partire tutti insieme, atleti e amatori». […]

 

simone brogioni e cristina murgia simone brogioni e cristina murgia

 L’idea è stata di Simone Brogioni, che con Cristina Murgia ha fondato la Lut nel 2007. Allora era una gara da duecento persone, con un altro percorso. È letteralmente esplosa tra le mani a questo duo adorabilmente casual, conosciutisi da maratoneti a Livorno, sembrano usciti da Ovosodo di Virzì, «abbiamo dovuto lasciare i rispettivi lavori», dice Cristina[…] La Lut ha cambiato il volto della stagione delle Dolomiti.

 

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Prima commercianti e albergatori aspettavano oziosi, nella desolazione di certi mesi di giugno, l’arrivo del generone romano e della borghesia veneta e bolognese, rigorosamente il mese dopo; ora l’inizio estate è un tripudio di invasati spigolosi e allegri, che vengono da tutto il mondo (assenti notevoli, in questi anni, gli ucraini, dopo l’invasione russa, e i maratoneti di Hong Kong, reclusi nella propria città).

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[…] «Ho perso tre chili in venti ore, correndo», dice Ivan, 37 anni, friulano. «Le ore post gara il corpo continua a bruciare, lo senti, e a dimagrire, in automatico, per ore». […]  Tra loro Rob Apple, recordman mondiale delle ultratrail: ne ha fatte 806 in 40 anni, «visitando i luoghi più belli del mondo», una specie di Forrest Gump. […]

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