Emanuele Zotti per gazzetta.it - Estratti
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Prendere ad esempio i grandi per diventare grandi. È la ricetta di Daniele De Rossi per perseguire l’obiettivo qualificazione alla prossima Champions League che la Roma può giocare su due fronti: campionato e Europa League. Dopo la vittoria di San Siro sul fronte europeo, domani i giallorossi ripartiranno in campionato contro l’Udinese e DDR richiama l’attenzione dei suoi ispirandosi ai top club europei: "Dobbiamo provare ad essere come i giocatori delle squadre che ambiamo ad affrontare.
Il Real Madrid vince in Champions, dopo tre giorni in Liga e così via. Al di là dei valori dei giocatori e degli allenatori di queste grandissime squadre, è la mentalità che fa la differenza: riuscire sempre ad essere attaccati alla manifestazione che si va a giocare. Non c'è cosa più bella di vincere, lavorare e provare a lottare per continuare a vincere".
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De Rossi prosegue facendo il punto sulle condizioni dei titolarissimi, Dybala, Pellegrini e Spinazzola, che però si ritrovano a dover gestire le condizioni del proprio fisico: "Ho in mente di sentire come stanno, di preservarli da qualche acciacco che in passato ci ha portato a farne a meno. Veniamo da due partite intense dal punto di vista fisico e mentale, onestamente qualcuno ha qualche acciacco del quale dovrò tenere conto. La differenza non la fa il giocatore singolo, ma l'atteggiamento di tutta la squadra. Negli occhi abbiamo la vittoria col Milan e nel derby, ma abbiamo in testa e negli occhi la partita di Lecce.
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Questo è l'obiettivo: non ripetere l'atteggiamento di Lecce, soprattutto all'inizio". Poi il punto su Abraham: "Tammy titolare? Vediamo, sta sempre meglio e si allena con continuità. Fisicamente come forza e sprint lo vedo benissimo, nella continuità della gestione del carico di lavoro in allenamento e in gara dopo 10 mesi ogni tanto perde lucidità. Dobbiamo accompagnarlo a guadagnare minuti e condizione psico-atletica in campo per riaverlo al 100%".
CAPELLO
Estratti da giallorossi.net
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Una caratteristica che le piace del De Rossi allenatore?
“Il pragmatismo. La sua Roma fa più partite nella partita, come l’altro giorno contro il Milan. E poi si vede che, oltre a essere molto sveglio tatticamente, è uno che studia. E il Milan l’aveva studiato molto bene…”.
La sua Roma sembra un’altra dall’addio di Mourinho.
“Credo Daniele sia stato molto bravo dall’inizio a infondere sicurezza, coinvolgere tutti i calciatori e rendersi credibile. Certo, ha avuto anche la fortuna di una partenza soft, a livello di calendario, ma da quei primi risultati ha saputo trarre forza di fronte al gruppo, diventandone il leader”.
Alcuni giocatori con lui sono cresciuti incredibilmente di rendimento. Pellegrini, per esempio…
“E’ sotto gli occhi di tutti, infatti c’è chi pensa male, ricordando come giocava con Mou. Ma io credo che non sia solo Pellegrini. Prendete Celik, De Rossi l’ha rivitalizzato. O la scelta di Svilar in porta. Tutto nasce da quanto sei credibile nello spogliatoio. Se i calciatori ti riconoscono, poi ti seguono. Contro il Milan El Shaarawy ha fatto una gran partita a destra, pur essendo più a suo agio a sinistra, ma ha capito che il sacrificio fosse necessario per la squadra, grazie a quanto trasmesso dall’allenatore”
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Perché con Mourinho non succedeva?
“Non posso saperlo, ma credo che c’entri pure la comunicazione. A Lecce la Roma ha fatto maluccio e De Rossi si è detto insoddisfatto della prestazione dei suoi. Il messaggio era “potete fare meglio di così”. Mou, invece, ha spesso criticato la qualità della rosa e forse qualcuno non l’ha presa bene…”.
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Come definirebbe il calcio di De Rossi?
“Possesso, attenzione, rapidità. Rispetto alla Roma di Mou, porta più uomini nell’area avversaria, proprio perché gli esterni e Pellegrini adesso sono più coinvolti”.