Mario Sconcerti per il "Corriere della Sera"
Il ritorno di Mourinho significa tante cose. La prima è la serietà dei proprietari della Roma che hanno mandato clamorosamente a vuoto qualunque esperto di mercato. Il secondo significato sta nella forza della decisione, nella sua importanza intrinseca. Prima ancora di sapere cosa sia oggi Mourinho, conta quello che l'uomo rappresenta. La conseguenza diretta è serietà professionale e sicurezza di progetto. Questo Mourinho lo garantisce a Roma e anche al resto del nostro calcio dall'alto delle sue decine di titoli. La terza cosa è pura suggestione, argomento instabile ma alla base di qualunque sostanza futura.
Una società silenziosa come la Roma degli americani, aveva bisogno urgente di un portavoce all'americana che parlasse a nome dei presidenti. Mourinho trasformerà la città in un anfiteatro di parole che rimbalzeranno da un colle fatale all'altro riportando la fedeltà alla base. Se ci sono momenti in cui la forza del presente conta più dei rischi del futuro, questo è uno di quelli. Per stare dentro il nostro tempo, Mourinho vaccina la Roma dalla sua delusione. Il resto è da costruire, come sarebbe stato con qualunque altro allenatore.
Resta un'ultima domanda: cosa rappresenta oggi Mourinho sotto l'aspetto tecnico? Viene da anni di esoneri importanti, perché? Ci sono spiegazioni quasi letterarie che hanno secondo me basi solide. L'impresa di Mourinho con l'Inter è del 2010, anno in cui Guardiola cominciava la sua strada rivoluzionaria nel Barcellona. Mourinho non ha una scuola tecnica, ha impeto, culto del dettaglio, ma non viene dal grande calcio, lo raggiunge. Più il calcio è basico, litigioso, instabile, e più lui è il migliore. Guardiola ha portato una scienza nuova e l'ha insegnata a tutti. Mourinho è andato in difficoltà esattamente quando il calcio studiato si è affermato in tutta Europa. Ne viene scavalcato. Nella dimensione Guardiola, Mourinho è vecchio. Ma restano altre cento dimensioni.
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