Alessandra Retico per repubblica.it - Estratti
Enrico Cardile lascia la Ferrari. Il direttore tecnico della rossa, toscano, 49 anni di cui venti passati a Maranello dove era responsabile dell’area telaio e aerodinamica, ha dato le dimissioni. Andrà all’Aston Martin, che dovrebbe annunciarlo già mercoledì.
Vasseur assume l’incarico a interim
La notizia era nell’aria da settimane, l’ufficializzazione è arrivata all’indomani di un altro week end molto complicato per la Scuderia a Silverstone. Dove, a fine gara, il team principal Fred Vasseur aveva cercato di schivare le domande sulla posizione di Cardile dicendo che “stasera è ancora il direttore tecnico della Ferrari”. 24 ore dopo, il comunicato della squadra:
“La Scuderia Ferrari HP comunica che Enrico Cardile lascia l’azienda e con essa la posizione di Direttore Tecnico Area Chassis. L’ingegnere, in Ferrari da quasi due decenni, ha presentato le sue dimissioni e pertanto, con effetto immediato, l’Area Chassis viene affidata ad interim al Team Principal, Frederic Vasseur. A Enrico Cardile il ringraziamento da parte di tutta la Scuderia Ferrari HP per i tanti anni di costante impegno”.
Il passo indietro della Rossa
Dopo i podi di inizio anno, il successo di Carlos Sainz a Melbourne e quello di Charles Leclerc a Montecarlo, la SF-24 si è involuta. Gli aggiornamenti non hanno funzionato, in particolare il fondo introdotto a Barcellona, anzi hanno creato problemi inaspettati alla macchina come il saltellamento nelle curve veloci, tanto da costringere la squadra a tornare indietro alle specifiche di due mesi fa, a quelle di Imola, nel fine settimana inglese. La Ferrari si è rifugiata nella macchina vecchia per garantirsi stabilità e guidabilità, senza guadagnare nulla in performance. Mentre tutti gli altri, Mercedes comprese che hanno vinto le ultime due gare, hanno fatto enormi passi avanti.
Da ottobre due volti nuovi
Nel gruppo tecnico della Ferrari qualcosa si è inceppato. E forse le voci di un probabile arrivo in squadra di Adrian Newey, il genio dell’aerodinamica della Red Bull, che peraltro si stanno facendo più remote nelle ultime settimane, non hanno aiutato a lavorare con la necessaria serenità
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