Estratto dell’articolo di Arianna Ravelli per corriere.it
Fiaccato nel fisico, visibilmente dimagrito dopo un virus gastrointestinale che lo perseguita, l’orgoglio bastonato dall’esito degli 800 stile (mai veramente iniziati e chiusi ultimo, a distanze siderali dai primi), Gregorio Paltrinieri rinuncia a disputare i «suoi» 1500.
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Così si è deciso di far scattare con 4 giorni di anticipo l’operazione recupero («Deve riposarsi, perché da settembre ripartiremo a mille»), restituirlo al suo letto e a un cibo più amico del suo martoriato stomaco (ma su questo si dovrà lavorare di prevenzione, con studi più approfonditi del nutrizionista, «si sta pensando di fare nuovi test, integrare con vitamine per aiutare il sistema immunitario»), anche se questo ha voluto dire, per il capitano, lasciare la squadra. «Ha mandato un messaggio motivazionale ai ragazzi». La decisione di rinunciare, spiega il suo allenatore Fabrizio Antonelli, «è stata sofferta, ma per me anche una liberazione. Anzi credo che abbia dimostrato una grande lucidità, una maturità che solo un anno fa non avrebbe avuto».
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Ma cos’è successo a Greg? Si potevano gestire diversamente le sue energie limitate? E ancora: il doppio impegno mare-piscina è sostenibile in vista dell’Olimpiade? Tante domande che stanno dentro una più grande, così sgradevole che è meglio affrontarla subito: non è che il tempo del pesce di nome Greg — uno degli sportivi più grandi mai transitati di qui — sta per finire travolto da una concorrenza che non aspetta nessuno (prendiamo i primi quattro degli 800, il tunisino Hafnoui, velocissimo campione in 7’37’’, l’australiano Short, l’americano Finke, l’irlandese Wiffen hanno tutti migliorato il record del proprio continente)? Spoiler dell’ultima risposta: no, sarebbe un errore dare Greg per morto, e non solo per il passato (un’impresa per tutte: l’argento olimpico dopo la mononucleosi), ma sulla base di parametri e spiegazioni tecniche.
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La premessa: «Quest’anno l’abbiamo preso con calma, Greg si è ritagliato più spazio per sé, è andato a convivere e io sono felicissimo — continua Antonelli —, ora vedo un uomo e non più un ragazzo». Poi ci si sono messi i malanni fisici, che l’hanno fermato sei settimane da gennaio. «Eppure è nell’élite del fondo ed è andato vicino al suo personale negli 800 in batteria, gestendo un po’ dopo 600 metri: questo è già rassicurante». Solo che il personale non sarebbe bastato per il podio. «Sì, vero. Ma ha dei margini, può migliorare l’efficienza della nuotata, i numeri sono incoraggianti, deve stare bene, avere un anno pulito e può giocarsela». Continuando il doppio impegno? «Conoscendolo direi di sì, ma valuteremo». Greg che si ritira, a occhio, resterà un’eccezione.
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