Carlo Laudisa per gazzetta.it
A Crotone sono ore di riflessione. Per la prima volta sta prendendo corpo l'idea di un cambio in panchina se contro il Sassuolo dovesse arrivare un'altra sconfitta. Ci sono stati dei contatti con Daniele De Rossi e il suo entourage.
L'ex romanista è stato accostato ad altri club in questi mesi ma (per un motivo o per l'altro) gli sono stati preferiti tecnici più esperti. Invece la famiglia Vrenna sta pensando di affidargli un progetto pluriennale: per aprire un nuovo ciclo. Sinora Stroppa ha conservato il posto anche per i meriti acquisiti nella passata stagione, con una promozione conquistata con grande disinvoltura.
DE ROSSI
Chiara Zucchelli per gazzetta.it
Daniele De Rossi a 360 gradi: dal suo presente, con il racconto (a tratti anche divertente) del corso da allenatori che sta seguendo, al presente della Roma, con Fonseca che “non va messo in discussione, anche se capisco che ci vuole pure ambizione”, al passato, con il rapporto con Totti: “Io magari ero leader nello spogliatoio, parlavo, ma lui lo era in campo. Non si è mai nascosto in 25 anni quando il pallone scottava”.
E poi, ancora: “Pellegrini sta diventando un leader vero, non è un cagasotto”, Villar e Ibanez che gli “piacciono molto, hanno un grande futuro” e poi l’ipotesi Fiorentina: “Mi sarebbe piaciuto partire da una piazza calda, ma non si poteva a livello legale”. L’ex numero 16 della Roma è intervenuto per oltre un’ora alla Bobo Tv, su Twitch, ospite di Vieri e dei loro reciproci amici Cassano, Adani e Ventola. Il mattatore è stato Antonio, tanto che De Rossi ha detto: “Ho più ansia adesso di quando sono andato a Propaganda a parlare di politica, vaccini e cose delicate”.
LA ROMA DI OGGI
È stato proprio Cassano a far sbottonare di più De Rossi sulla Roma, con Daniele che ha fatto un discorso di grande lucidità: “Fonseca è quarto e guardando il calendario magari tra due settimane sarà pure più su. Metterlo in discussione è follia, ha vissuto momenti di alti e bassi, contro le più forti però la Roma fa fatica, è innegabile. Ma la società è dalla sua parte, certamente non ci si può accontentare di perdere degnamente come è successo sabato. Visto il gioco e i risultati è in piena linea, forse qualcosa in più”.
Per De Rossi, però, la Roma non è una squadra da sesto o settimo posto: “Non credo sia inferiore a Lazio, Atalanta e Napoli, forse ad inizio stagione non l’avrei messa dietro neppure al Milan. Poi c’è l’ambizione: noi, ai tempi nostri, non vincevamo niente, ma quando arrivavamo secondi ci dava fastidio. Lo scorso anno - racconta ancora De Rossi - parlai con un dirigente e mi disse che era felicissimo, ma la Roma era dietro al Cagliari. Dire che se sei quinto va per forza tutto bene non è giusto, ma è folle dire che se sei terzo che va tutto male”.
La piazza, però, è sempre in tumulto: “È normale che si voglia vincere, la storia dell’ambiente romano è ingigantita: è tosta, ma vivibile”. Sui singoli, parole al miele per Pellegrini: “Sta facendo il salto di qualità, da centrocampista fa partite meno appariscenti, ma tanto essenziali. Si sta ritagliando questo spazio da leader, sia da come parla, sia da come gioca. Non è un cagasotto, dopo il derby si è messo la fascia di capitano della Roma con personalità”.
DA CAPELLO AL BOCA — Altre pillole del De Rossi pensiero: “Capello e Lippi sono stati importanti, Gattuso non pensavo diventasse così bravo, è uno dei migliori che c’è, Pirlo non parlava con nessuno, solo con me che stavo in camera con lui, Spalletti quello che mi ha insegnato di più, è uno dei migliori allenatori, Luis Enrique c’era entrato dentro, mi è dispiaciuto tanto che sia andato via e non glielo perdono.
Al corso per allenatori mi diverto molto, con gli altri abbiamo creato anche una chat, diciamo di scienziati nucleari (ride, ndr) e vorrei partire con l’idea di calcio di Guardiola, ma non è che mi devo inventare la bicicletta con gli sportelli. Il Boca? Esperienza fantastica, meravigliosa. In tanti anni alla Roma ho pagato tutte le maglie che regalavo, poco tempo fa ho chiesto al Boca 60 maglie e l’Iban per fare il bonifico. Me le hanno volute regalare loro dicendo: 'Per noi è un onore regalarti le nostre maglie', quelle del Boca me le chiedono da tutto il mondo. Ma io sono romanista, i brividi che mi dà la Roma non me li dà nessuno”.
IL CAMPIONATO — Sul campionato De Rossi vede bene l’Inter edi Conte: “Quando è finita l’esperienza in Nazionale piangevamo tutti per quanto ci era entrato dentro. Lui fa così: rischia di vincere anche quest’anno, lo stimo tanto a livello umano e tattico, anche se è diverso da Guardiola io lo stimo. Sbrocca e fa casino quando perde, ma è un uomo leale. Una volta mi ha detto: 'Se continui a giocare così non ti porto all’Europeo'. Vorrei andare a trovarlo per parlarci un po’, lui parla solo di vittorie e crea una struttura mentale ad ogni calciatore. È uno - conclude De Rossi - che sa come si fa”.
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