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Se qualcuno se lo fosse chiesto, nel medagliere c’è un enorme Paese fantasma. L’India. Perché un Paese con un miliardo e mezzo di abitanti, la più grande potenza demografica del pianeta, alle Olimpiadi non vince praticamente niente? Devi scorrere quella classifica fino al sessantesimo posto, passando per Svezia, Guatemala, Uganda, Corea del Nord o Kosovo, per trovare finalmente l’India.
Risponde con un lungo e approfondito articolo Rmc. Prima spiegazione: l’India è un paese popoloso, ma è un paese povero. Sono i paesi dell’Ocs, i paesi ricchi, a prendersi il 90% delle medaglie. Tranne un caso: la Cina. Ma il modello cinese è un modello particolare. I cinesi pianificano gli investimenti.
In India vanno fortissimo praticamente solo il cricket e l’hockey su prato, anche se gli under 30 adorano il calcio. E il cricket non è (ancora) uno sport olimpico.
Ma poi c’è una ragione sociale, molto interessante visto che da noi nel frattempo imperversa ancora il dibattito sulla “cattiveria” degli sportivi, sì-no-forse.
India, nella loro cultura lo sport è lo yoga
In India ci sono le caste. Nella gerarchia sociale, la prima casta in termini di prestigio sono i bramini, i preti, gli intellettuali. Nella loro cultura lo sport è lo yoga. La seconda casta sono i commercianti, i grandi gruppi industriali, gli uomini d’affari. Per loro l’obiettivo è ancora accumulare ricchezza, e lo sport non è affatto un elemento che lo consente. Non c’è né prestigio né interesse economico nel finanziare lo sport. E infine sotto ci sono le caste più povere e le caste esterne, la cui preoccupazione è sapere cosa mangeranno a pranzo…
Ma è anche una questione “filosofica”, di approccio culturale. L’ha esplicitato anche il Primo Ministro Narendra Modi: lo sport non è solo vincere, è prima di tutto partecipare, condividere. Non credono che una medaglia possa definire un atleta, perché la medaglia semplicemente dimostra che si è comportato bene in un dato momento.
“Una parte della popolazione trova questo desiderio di risultato malsano o inappropriato, come se fosse qualcosa di futile”.
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