1. UN CYRANO CHE AVEVA PREVISTO TUTTO
Estratto dell’articolo di Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera”
thomas ceccon oro alle olimpiadi di parigi 2024
[…] Avete presente gli atleti timidi e composti, quelli per cui l’importante è migliorarsi, dare il massimo, far vincere la squadra eccetera? Ecco, Thomas Ceccon è l’opposto. «Lo sapevo fin da ragazzino che avrei vinto le Olimpiadi. Avevo 15 anni quando l’ho detto ad Alberto, il mio allenatore: io vincerò l’oro olimpico».
Thomas, hai visto il presidente Mattarella al villaggio? «Sì, per fortuna mi hanno tenuto poco» (scherzava ovviamente). Thomas, sognavi la medaglia? «Non era un sogno; era un’ossessione […]» (che sarebbe Martinenghi). «Mi ero anche già preparato queste interviste. A proposito, è vero che qualcuno di voi giornalisti ha detto che Nicolò ha vinto per fortuna? Sappiate che nel nuoto non si vince mai per fortuna».
[…] «Lo faccio anche per la mia famiglia; devo ripagarla di quello che lei ha fatto per me. Non sto qui a raccontarvi i sacrifici. Ma me li ricordo, tutti». Il papà è un infermiere di Schio, che ha fatto i doppi turni, giorno e notte, per consentire al figlio di dedicarsi al nuoto.
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La madre per stargli vicino si è trasferita a Verona, dove Thomas si allena (sì, il campione olimpico vive con la mamma). […] La sua non è una vita da fortunato, come quella di Gregorio Paltrinieri, che in vacanza alle Eolie si allenava tuffandosi dalla barca del padre all’alba e nuotando da Lipari a Vulcano e ritorno.
Thomas fa una vita monacale. Sveglia alle 6 e mezza, alle 7 e mezza già in piscina, tre ore di allenamento, 5 chilometri di nuoto, sonnellino, pranzo, poi di nuovo piscina, altri 5 chilometri, cena alle 20 e a letto presto. All’apparenza un inferno. Eppure lui è felice. «Ho cominciato a 7 anni. Già allora mi allenavo tutti i giorni, e non mi pesava per niente. Da adolescente è stata più dura, vedere gli altri uscire la sera. Ma io non potevo». E stasera come festeggi? «Con una partita a briscola. Tra due giorni ho i 200 metri».
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[…] L’unico veterano che gli piace è Michael Phelps. Ha letto cinque volte la sua autobiografia. Fino a due anni fa mangiava come lui: 12mila calorie di junk food; ora ci sta più attento. Ha letto pure l’autobiografia di Mark Spitz. E poi libri di psicologia, di filosofia. Ora si iscrive all’università. E il suo metro e 97 in tv ha fatto una certa impressione, già sta ricevendo sui social messaggi espliciti. «Io un sex symbol? Ma no. È che ci vedete sempre mezzi nudi… ». […]
2. VALENTINA VEZZALI “DAL MONDO ARRIVANO NUOVI RIVALI MA LA REGOLA È: MAI ARRIVARE 14 PARI”
Estratto dell’articolo di Valentina Vezzali per “la Repubblica”
[…] Valentina Vezzali, […] cosa dice delle azzurre fuori dal podio invidduale?
«Fa male, anzi fa riflettere, vedere il podio femminile del fioretto tutto nordamericano, due statunitensi e una canadese. […] Rispetto tutte, ma è un sacrilegio. […] Guai dare per scontato che appartieni a una tradizione vincente e che metti paura. Però resta un’enorme occasione perduta».
Scontenta delle sue compagne?
«Alice Volpi veniva da due Mondiali da protagonista, a 32 anni era la sua ultima occasione per vincere un titolo, la giovane Marta Favaretto, bronzo mondiale, finora aveva fatto benissimo, Arianna Errigo dopo la maternità è rinata, l’ho vista tirare con una leggerezza che prima non aveva.
Macchi ha palesemente parato andando poi in bersaglio valido. Robbata clamorosa.
— Roberta ~ Olympic era ??? (@roberta5995) July 29, 2024
FEDERSCHERMA DEVI FARE IL DEVASTO#Parigi2024 #Giochiolimpici pic.twitter.com/LVr3Vsts70
Ma ci vogliono anche testa e voglia. Io, quando ho iniziato, davanti avevo le grandi, mi allenavo con Giovanna Trillini, […] perdevo e tornavo a casa infuriata. Babbo mi confortava: vedrai che un giorno ne metterai una di stoccata, e poi un’altra. Così è stato, ma io non ho mai mollato. E a Londra 2012 ho vinto un bronzo contro la coreana Nam, all’extra time e con una rimonta da brividi».
Era sotto 8-12 a 13 secondi alla fine. Vinse 13-12.
«[…] La testa resta fondamentale, ti devi concentrare, punto su punto. Io ho fatto il miracolo, ci ho messo il cuore, ma quel giorno dal cielo mi hanno aiutato Triccoli e mio babbo».
Errigo ha perso al Var, Volpi non aveva accanto Daniele Garozzo, fermato da problemi cardiaci.
«E allora? Io sono tornata in pedana quattro mesi dopo la nascita di Pietro, una mamma senza il figlio. […] Certo, ognuna è diversa, ma non credo sia quello ad aver influito. Quanto a Errigo penalizzata dal Var, e lasciamo stare la maledizione della portabandiera, bisogna cercare di non trovarsi in quella situazione, io una volta a Cuba sono stata rimproverata dal maestro Giulio Tomassini».
Per quale peccato?
«Vincevo 14-0. Insomma era fatta, me la presi comoda, troppo. Vinsi 15-4. Tomassini me ne disse di ogni colore e mi urlò: guai ad arrivare sul 14 pari, a quel punto si può prenderle da chiunque e se te la giochi all’ultima stoccata la meno forte vince sempre. E per me era l’americana Scruggs. Detto questo, io non ci sto a perdere nemmeno a briscola». […] «[…] C’è un solo segreto, combattere sempre, e vuoi non farlo nel paese dei Moschettieri?».
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