Renato Franco per il “Corriere della Sera”
Fiorello prende di nuovo la strada della tv, la direzione è quella di Sky, la data è giugno, il programma è la sua Edicola Fiore .
FIORELLO E IL GRUPPETTO DELL EDICOLA FIORE
Lo ha annunciato postando un video del suo mini-show mattutino su Twitter: nove minuti girati con lo smartphone e un gioco a eliminazione per capire il suo futuro a breve termine. «Basta con questo web, noi ambivamo alla tv - ha detto aggirandosi tra i tavolini del bar -, avevamo lanciato un appello alle tv e ora una ci ha risposto.
Ma cominciamo a fare le eliminazioni, andiamo per esclusione. Purtroppo, non è la Rai. E non sto parlando del programma di Boncompagni». Fiorello spiega che le voci circolate ultimamente su un suo ritorno in Rai non erano vere, anche perché «lì posso fare programmi di altro tipo, come il grande varietà, ma non un programma come Edicola Fiore».
Prosegue con le eliminazioni: «Rimane La7: ma Cairo no, non è lui. Quindi la lotta per averci - pensate che fanno addirittura una lotta per averci - si riduce a Sky e Mediaset».
Visti i precedenti però (il Fiorello Show del 2009 e la stessa Edicola in onda su Sky Uno tre anni fa) il morning show che parte dalla rassegna stampa sembra destinato alla pay tv di Murdoch. «Sarete pagati tutti - chiude Fiorello, rivolto agli avventori più anziani del bar - e finalmente il viagra non sarà più un lusso».
L' ipotesi allo studio però non è confinare un personaggio come Fiorello sulla pay tv, per lui Sky sta pensando a Tv8, la rete in chiaro del gruppo in cerca di nuova visibilità dopo aver conquistato un posto prezioso nel telecomando. E Fiorello è il modo migliore per allargare gli ascolti. Per ora solo 9 puntate per vedere «l' effetto che fa». Dopo l' estate potrebbe diventare un appuntamento fisso (ore 7:30 live).
Proprio pochi giorni fa la sua Edicola ha ricevuto il premio È Giornalismo, fondato vent' anni fa da gente come Biagi, Montanelli e Bocca. Sul set naturale del bar sotto casa Fiorello costruisce il varietà 2.0 con personaggi locali e ospiti famosi. La scusa è quella della rassegna stampa, un modo per commentare i fatti del giorno ma soprattutto graffiare la realtà che ci circonda.
A chi non aveva gradito che il premio andasse a uno che di mestiere fa spettacolo aveva risposto: «Hanno detto che i padri fondatori si sono rivoltati nella tomba, ma ho contato le volte in cui è stato detto e vi comunico che adesso sono nella posizione normale».
La tv del varietà - quella che tutti gli chiedono - invece rimane per ora sullo sfondo, la gara agli ascolti non gli piace: «Una volta eri un artista che si esibiva. Oggi devi andare lì a fare il bersaglio».