Estratto dell'articolo di Alessandra Retico per “la Repubblica”
L’extraordinarie Monsieur tout-le-monde. Per qualcuno, un mutante. Addirittura un Messia che cammina sull’acqua. Di sicuro un mercante di sogni, Marchand, con un cognome che aiuta nel gioco di parole. Léon, Léon, Léon grida la Francia intonando la Marsigliese. […] A 22 anni, il ragazzone di Tolosa sta rivoluzionando il nuoto: a Parigi è in corsa per il 4° titolo individuale nei 200 misti di stasera.
Se ne è divorati già tre: il primo nei 400 misti, dove a Tokyo tre anni fa aveva raggiunto il miglior risultato ai Giochi (6°). Gli altri in una sola notte, in meno di due ore, nei 200 farfalla e nei 200 rana. Mai successo, anche perché rana e farfalla sono due stili che in natura poco si accordano: la prima usa come motore le gambe, l’altra le braccia. Léon sa usare tutto e tutto nuota, alla Phelps. Infatti si allena dal 2021 in Texas con l’ex coach di Michael, Bob Bowman. […]
Più che un allenatore, è un santone del cloro. Eppure persino lui, che ha allevato la leggenda ineguagliata dello squalo di Baltimora (28 medaglie alle Olimpiadi, di cui 23 d’oro), ammette che Marchand ha qualcosa fuori dal comune. […]
Anatomia del campione. Con curiosità: madre natura non c’entra così tanto, nonostante sia figlio di due olimpionici. Papà Xavier che ha gareggiato ai Giochi del 1996 e del 2000 (200 metri misti), mamma Celine Bonnet è stata dorsista e mistista a Barcellona 1992. Stileliberista anche lo zio, Christophe Marchand (1988 e 1992). […]
Ha un fisico normale. Non l’apertura alare di Phelps (2,03). È più piccolo e magro (1,86 m per 77 kg), contro l’1,93 m per 88 kg di Michael. […] Grande flessibilità articolare, in particolare delle spalle, fondamentali per la farfalla, e anche dei piedi che mentre nuota vanno all’interno aiutandolo a prendere più acqua nelle ondulazioni. […] «Più che il mio fisico, credo che siano le mie capacità energetiche a differenziarmi dagli altri. Riesco a rigenerare il mio corpo abbastanza facilmente, anche durante una gara. E non sono molti quelli che ci riescono».
Robin Pla, coordinatore del servizio di ottimizzazione delle prestazioni della Federazione francese, attraverso la misurazione del lattato, un indicatore che illustra il profilo metabolico e il dispendio energetico, ha detto a L’Equipe : «Ciò che vediamo in Léon, attraverso i suoi dati post gara, è soprattutto la sua capacità di recuperare molto rapidamente. Può fare affidamento sul sistema parasimpatico per gestire le sue emozioni e garantire che non influenzino sul cuore, che è capace di autoregolarsi e calmarsi facilmente».
Fa esercizi di respirazione per «resettare e risincronizzare il sistema nervoso autonomo». Soprattutto è molto fluido, il suo corpo oppone meno resistenza all’acqua. «Ogni giorno, lavoro sul mio modo di sentire la densità dell’acqua, la sua pressione. Il mio rapporto con l’acqua è piuttosto intimo e istintivo» […] Au revoir , terrestri.
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