Repubblica Milano traccia l’identikit degli ultras che hanno chiamato a rapporto il Milan sotto la loro curva, in occasione di Spezia-Milan. Un confronto che Pioli ha definito pacifico, con gli ultras che intendevano solo stimolare la squadra e che il presidente Scaroni ha derubricato addirittura ad “un episodio di incoraggiamento e simpatia”.
Ma gli ultras che hanno convocato la squadra e il suo allenatore, Stefano Pioli, non sono esattamente degli stinchi di santo. Si portano tutti dietro precedenti penali, dall’estorsione, al tentato omicidio, dalla rissa alla rapina, alle lesioni.
Il capo ultrà che ha arringato la squadra è Francesco Lucci, fratello di Luca, capo della curva Sud rossonera, condannato nel maggio 2022 a 7 anni in un’inchiesta su un traffico di droga che lo aveva portato qualche mese prima in carcere. Luca Lucci è ai domiciliari. Nemmeno Francesco è esente da guai con la giustizia. Il quotidiano milanese scrive:
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“Oltre a vari Daspo e diverse indagini per reati da stadio, Francesco Lucci è finito in carcere nel giugno 2018 con la moglie per un tentativo di estorsione ai danni del datore di lavoro della donna, dipendente in una ditta di abbigliamento. A scatenare la violenza dell’ultrà, una lettera di richiamo dell’imprenditore alla consorte. I due coniugi, è il 14 giugno 2018, si presentano così al negozio, minacciano di morte l’uomo davanti ad altri dipendenti e testimoni, e pretendono trecentomila euro come risarcimento per l’affronto subito. Se la consegna di una prima tranche non fosse avvenuta entro una settimana, ci sarebbero state conseguenze. Il passaggio di denaro è avvenuto però sotto lo sguardo di una telecamera piazzata dalla squadra mobile di Milano. E alla fine Francesco Lucci è stato condannato a tre anni”.
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A sinistra di Lucci, nella foto che ha fatto il giro del mondo, c’è Alessandro Sticco, un altro esponente di primo piano nella Curva Sud rossonera, sempre al fianco dei fratelli Lucci. Soprannominato “Shrek”,
“Sticco è stato indagato e arrestato nel 2006 per lesioni e rapina. I fatti riguardano il Milan-Roma del 14 maggio 2006, quando a San Siro, recitano gli atti giudiziari dell’epoca, “sottrae a due tifosi della Roma, percossi con delle spranghe, due sciarpe raffiguranti i colori dell’omonima squadra ed un paio di occhiali da sole”. Fatti vecchi. Ma già allora i magistrati sottolineano “il suo stabile inserimento nelle frange violente del tifo calcistico“”.
Su Sticco scrive anche Il Fatto Quotidiano:
“ha precedenti per rapina da stadio e aggressioni “anche con spranghe di ferro””.
A pochi metri da lui c’è Fabiano Capuzzo.
“Finito nella rete di un’inchiesta che aveva svelato un commercio di tonnellate di hashish dal Marocco a Milano, l’ultrà rossonero è stato condannato in primo grado per spaccio a un anno e quattro mesi, poi assolto in appello. Quella di Capuzzo resta una storia movimentata: dal 2009, ha una lunga scia di precedenti penali che vanno dalla rissa al tentato omicidio, dalle lesioni personali al porto d’armi“.
Infine, l’unico che non è vestito di nero, ma indossa uno sgargiante piumino arancione e un berretto verde. Si tratta del “vecchio “barone” Giancarlo Capelli, ex leader della curva rossonera. A 75 anni, Capelli è ormai esautorato da ogni potere nella gestione della curva, ceduto nelle mani dei fratelli Lucci e dei loro amici. Padre nobile della curva rossonera, è stato indagato e poi assolto dall’accusa di tentata estorsione ai danni del Milan da parte di un gruppo di ultrà”.
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