IO NON RESPIRO STO RIDENDO DA 10 MINUTI #CagliariNapoli pic.twitter.com/GeaBmBwicv
— •Emma ? • ?? • (@XxviiEmma) February 21, 2022
Da gazzetta.it
Il gol manna, per il Napoli, arriva all’87’ grazie al solito Osimhen che trova di testa un insperato e anche non meritato 1-1. Sembrava una serata disastrosa per gli azzurri ed esaltante per il Cagliari che vinceva fino al quel momento per 1-0 e si può anche dire in totale controllo.
Sin dalle prime battute privo di mordente, la squadra di Spalletti fa davvero poco nel primo tempo, col solo Mario Rui che si fa deviare un bel tiro da Cragno. I sardi tengono botta bene, sono pericolosi col solito Joao Pedro, non soffrono di fatto mai.
Nella ripresa, il gol del vantaggio arriva al 58’ con Pereiro che sorprende Ospina, colpevole di essersi mosso in ritardo sul tiro. Spalletti inserisce Osimhen, Ruiz e Ounas, e dopo aver rischiato lo 0-2 con Marin, alla fine trova il pari con un gran colpo di testa di Osimhen.
CAGLIARI-NAPOLI
Da ilnapolista.it
Cagliari-Napoli è finita 1-1 e al Napoli è andata di lusso.
Hai voglia a parlare di tattica, di schemi, di numerini, di possesso palla. Il calcio, a nostro avviso, somiglia molto allo schema che disegnò Pelè sulla lavagna in “Fuga per la vittoria”. «Date la palla a me, io faccio così così così così, e segno». Ecco. A Cagliai è successo più o meno così. Il Cagliari di Mazzarri ha dominato la partita – perché l’ha dominata –, per segnare ha avuto bisogno di una paperona di Ospina (che si è poi in parte riscattato), ha sfiorato il raddoppio almeno tre volte. Poi, è entrato Osimhen che l’ha colpita una volta di testa e l’ha messa dentro. Il calcio è così. La differenza è tra chi è più forte e chi è meno forte. Osimhen ha avuto una palla e ha segnato. È forte e ha fatto la differenza.
Spalletti avrà avuto le sue ragioni per farlo entrare solo al 67esimo. Mancano ancora dodici partite ed è meglio non rischiare un incidente muscolare (visto che il Napoli è già leader nella classifica di infortuni muscolari).
Il Napoli di Spalletti si è così adeguato alla giornata balorda della Serie A. Non ha perso, come avrebbe meritato, ha pareggiato e ha ulteriormente rafforzato l’idea che questa volata scudetto somigli terribilmente al tressette a perdere. Il livello medio del campionato italiano è preoccupantemente scadente e questo rende ancor meno comprensibile la prestazione con la terzultima in classifica.
Fino all’87esimo il Napoli sembrava così dare ragione al disfattismo che da ieri si respirava in città. Un ambiente rassegnato in partenza, quasi livoroso nei confronti della squadra. È praticamente impossibile vincere in queste condizioni ambientali. Ma tanto ormai siamo rassegnati.
Spalletti e i suoi hanno l’alibi delle assenze per l’opaca prestazione. Il Napoli è partito per la Sardegna senza Lobotka Politano Anguissa Insigne più Osimhen e Fabian in panchina. E Di Lorenzo che si è infortunato a metà primo tempo e ha dovuto lasciare il campo per Malcuit.
Il Napoli ha subito la sfuriata del Cagliari nel primo tempo ma sembrava consapevole di poter uscire nel secondo tempo. Non aveva fatto i conti con il regalo di Ospina che si è addormentato su un tiro che non sappiamo se definire banale o innocuo.
Si è visto un Cagliari mazzarriano in purezza: potremmo definirlo la versione sarda dell’Atalanta di Gasperini. In realtà la classica squadra del tecnico toscano che a Napoli ben ricordano e anche con nostalgia. Il Cagliari ha giocato uomo su uomo, è sempre arrivato prima sui palloni, ha sopperito alla scarsa qualità con un dinamismo impressionante.
Dal punto di vista del gioco nulla è cambiato nemmeno con i cambi: Ounas per Demme, Osimhen per Petagna, Fabian per Juan Jesus. È cambiato il risultato e non è poco.