L’esonero arriva, a ciel sereno, domenica. Il motivo? Non chiaro. Di certo non si può trattare dei risultati visto che il Brescia di Pippo Inzaghi è terzo in classifica, in Serie B, a due punti dal primo posto. La scelta di Cellino, presidente vulcanico che ha abituato a colpi di scena su colpi di scena, era affidarsi a Diego Lopez, che l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport definisce, nell’articolo dedicato alla questione, “usato sicuro”, fedelissimo del Presidente.
Lunedì Diego Lopez aveva già messo piede in sede, aveva perfino effettuato le visite mediche. E Inzaghi aveva preso pure i suoi effetti personali al centro sportivo. Poi il clamoroso dietrofront: nel contratto di Super Pippo c’è una clausola che non consente il licenziamento se la squadra occupa una posizione valida per i playoff.
Alle 16.30 di ieri, allora, in conferenza stampa, il direttore sportivo del Brescia Marroccu ha annunciato che «nessuno ha mai comunicato ufficialmente alcun esonero a Inzaghi» e che «Diego Lopez, dopo aver visto certe reazioni dell’ambiente, ha rinunciato all’incarico». Inzaghi resta allenatore del Brescia.
Marroccu dichiara che a lui il tecnico piacentino piace. «Senza di lui il Brescia non sarebbe in questa posizione di classifica, per lavorare qui bisogna essere resilienti, abituarsi a un presidente che non guarda il risultato giornaliero ma in prospettiva. Abbiamo fatto un mercato chiaro e netto: vogliamo portare il Brescia in A a costo di triturarci».
Insomma, «deve collaborare col club» ma il rapporto con Inzaghi, per ora, non può che dirsi confermato. Cellino è rientrato da Londra, sta valutando il da farsi. Di certo c’è che sarebbe bizzarro rivedere Inzaghi in panchina dopo quello che è successo in questi giorni e in queste ore. Riflessioni in corso.