Fabio Mandarini per il Corriere dello Sport
Questione di filosofia, non di numeri: d’accordo la linea a quattro e il tridente, o magari il 4-2-3-1, ma cosa importa se i concetti filano anche con la difesa a tre? L’importante è avere i concetti, più che i preconcetti. Un’idea di calcio e la capacità di motivare e coinvolgere il gruppo nel progetto fino alla fine, azzerando tutto quello che invece è accaduto negli ultimi undici mesi. Lo scudetto ha dato tutto e poi l’ha tolto, è così e può succedere anche nelle migliori squadre-famiglie dopo grandi trionfi.
L’importante è mettere un punto: esattamente ciò che Aurelio De Laurentiis ha deciso di fare da un po’. La rifondazione del Napoli è cominciata. E anzi è già nel pieno: esiste da un po’ un nuovo responsabile dell’area sportiva, Giovanni Manna; ma ora bisogna nominare il condottiero della squadra, non un semplice allenatore. Piuttosto un uomo che abbia innanzitutto la capacità di creare nuovi stimoli all’interno di una squadra apparsa svuotata anche domenica - al netto di una rincorsa all’Europa ancora possibile -, coniugando l’anima con un gioco capace di valorizzare l’enorme tasso di talento che vive ancora qui.
GASPERINI SPORTING LISBONA ATALANTA
Il famigerato casting di Adl, ormai un classico estivo stile Cinepanettone di Natale, ha riscoperto di recente un candidato autorevole, di carattere, regista di un calcio aggressivo, totale, spettacolare e concreto, comunque sempre fedele a se stesso: Gian Piero Gasperini.
Una vecchia passione, un allenatore di 66 anni sedotto e abbandonato nel 2011: con Mazzarri c’è aria di rottura e De Laurentiis punta sul Gasp, gli fa vedere il contratto, lo blinda a casa sua, è fatta. Fino alla pace improvvisa con Walter. Tredici anni dopo, ci risiamo: c’è anche lui, mister Atalanta, nella lista-rifondazione. Appeal italiano e internazionale, a prescindere dallo show della Dea contro il Liverpool: Gasperini ha una storia, ha già battuto i Reds e anzi è l’unico italiano ad averlo fatto due volte ad Anfield.
E poi, beh, è un tecnico che crede nei giovani e migliora tutti, ed è l’uomo che ha lanciato Koopmeiners e pure Ederson, due centrocampisti che piacciono al Napoli da tanto, tantissimo: per Koop potrebbe nascere una nuova sfida con la Juve di Giuntoli, potrebbe essere lo scherzetto del Gasp, ma il giocatore vuole la Champions. Pare inderogabilmente.
Gasperini è un teorico del 3-4-3 in tutte le sue declinazioni (3-4-1-2, 3-4-2-1), ma non è l’unico degli uomini del casting a optare per la difesa a tre: Antonio Conte, certo, sempre lui. Fino alla fine: un desiderio datato di De Laurentiis, 54 anni, un’offerta a ottobre, un autorevole candidato come il Gasp. Carattere, ambizione e un certo tipo di calcio.
Nell’elenco, però, c’è anche chi lavora soprattutto con la difesa a quattro: Stefano Pioli, 58 anni, un’idea nata a ridosso dell’Arabia, della Supercoppa, ma anche la stima umana e professionale di De Laurentiis. Al presidente piace il profilo, un bel po’, punta anche sul 4-2-3-1 e ci sarebbe spazio per tutti i gioielli dell’attacco. Raspadori compreso. Il cruccio di Aurelio.
La sua situazione con il Milan è in bilico, come confermano anche i contatti del club con Lopetegui: attendere, prego. È invece chiaro il destino con la Fiorentina di Vincenzo Italiano, 46 anni, l’uomo del poker d’assi in lista: saluterà la Viola a fine stagione. E con lui andranno via il suo calcio con il tridente, il 4-2-3-1 e la difesa a quattro. Due per: Gasp e Conte, Italiano e Pioli. Ma sia chiaro: è questione di filosofia, non di numeri.