Emiliano Bernardini per “il Messaggero”
Il viaggio della fiaccola olimpica, rinominata la Fiamma del risveglio, sarebbe dovuto iniziare oggi dal J-Village di Fukushima per poi visitare tra le altre prefetture quelle di Iwate e Miyagi, le più colpite dal triplo disastro nel 2011. Niente da fare. Resterà a dormire nel J-Village, per un anno. O poco meno. Le vie di Tokyo resteranno vuote, solo i ciliegi già in fiore (quest'anno c'è stata la fioritura più precoce della storia e che domani raggiungerà l'apice) regalano spettacolo. I cerchi olimpici sono lì, in città, a ricordare che nulla è perduto. Ma questo è il momento della conta dei danni.
LE DATE
Dovevano essere i Giochi del recupero, saranno quelli della rincorsa. Ma rappresenteranno anche una luce per lo sport, a cui il virus ha tolto l'essenza: il movimento. Di certo l'èra della serenità dell'imperatore Naruhito, passerà alla storia come quella del disseto economico.
Per il terzo trimestre di fila ci sarà una flessione. Si parla di un -2% sul Pil. Farli slittare di un anno costerà incremento dei costi stimato in 2,5 miliardi di euro. Peserà tutto sulle spalle dei contribuenti nipponici. E poi ci sono tanti punti interrogativi. Il primo riguarda la nuova data: il Comitato Olimpico Internazionale si è limitato a dichiarare che sarà «dopo il 2020 ma non oltre l'estate 2021».
La scelta è complicatissima perché l'anno prossimo sono in programma i mondiali delle cosiddette Big Three delle Olimpiadi: atletica nuoto e ginnastica. Il primo è in programma dal 6 al 15 a Eugene in Oregon, il secondo, invece, saranno a Fukuoka dal 16 luglio al primo agosto e il terzo dal 18 al 24 ottobre a Copenaghen. L'unica soluzione è che i Giochi si celebrino in primavera.
RINEGOZIARE
E poi ci sono i 42 nuovi impianti da dover mantenere senza essere utilizzati. Il nuovo stato olimpico è costato la cifra record di 2,6 milioni. In totale il Giappone ha sborsato 35 milioni che sono destinati a crescere a causa dell'estensione dei contratti di personale temporaneo e dei cambiamenti nella logistica. Il Villaggio Olimpico costruito nel moderno complesso nella zona di Harumi, nel quartiere di Chuo, avrebbe ospitato oltre 5632 appartamenti di lusso, la maggior parte dei quali è già stata venduta con data di consegna novembre. Alcuni costano più di 1 milione di dollari. Tutto rimandato di un anno con conseguenti perdite.
Ad aprile erano programmati anche i test per alcune strutture, che dovranno essere rinviati, a un costo aggiuntivo. E poi ci sono tutte le prenotazioni di voli e alberghi delle delegazioni, dei familiari e dei tifosi. Tutto rinviato con punto di domanda. Allo stesso modo, i preparativi per i Giochi, che avevano previsto una task force di 3500 persone e l'arruolamento di 90 mila volontari. Contratti congelati. Tokyo, guidata dal gigante pubblicitario Dentsu Inc., ha venduto 3,3 miliardi di dollari in sponsorizzazioni locali, ed è assai probabile che chi ha investito chiederà conto dello stop. Le domande verteranno su rimborsi, offerte speciali e nuovi contratti.
E poi ci sono i diritti tv: 2,5 miliardi di euro, principalmente dalla società americana NBC (ha già venduto oltre 1 miliardo di pubblicità). In Europa, i diritti sono di Discovery. Bisognerà rinegoziare tutto. Di sicuro molto ricadrà sulle assicurazioni cui, nei mesi scorsi, gli stakeholders tra cui anche il Cio si sono rivolti. Ma tremano anche diverse federazioni internazionali che hanno nei sussidi del Cio il 90% delle proprie entrate.
LA DELEGAZIONE GIAPPONESE ESULTA PER AVER INCASSATO LE OLIMPIADI DI TOKYO 2020 OLIMPIADI DI TOKYO 2020 giochi tokyo 2020