GLORIA PORCELLA – A NAZARE’, IN PORTOGALLO, HA CAVALCATO UN’ONDA ALTA OLTRE 22 METRI, L’EQUIVALENTE DI UN PALAZZO DI 8 PIANI: L’AMERICANO DI SARDEGNA FRANCISCO PORCELLA VINCE L’OSCAR DEL SURF - IL FUTURO, FORSE, AI GIOCHI DI TOKYO DEL 2020: “MI NUTRO DELL’ENERGIA CHE SANNO TRASMETTERMI LE ONDE” - VIDEO

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Francisco Porcella, oscar del surf sull'onda da 22 metri

 

Leonardo Franceschini per gazzetta.it

 

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Francisco Porcella è l’uomo ad aver cavalcato l’onda più alta e potente dell’ultimo anno: oltre 22 metri. Un passato da windsurfer di fama mondiale, un futuro, forse, a Tokyo 2020. Si dice che l’altezza media di un piano di un palazzo sia di tre metri, più o meno.

 

A ben vedere, però, il minimo imposto dalla legge italiana è di 270 centimetri. Un parametro che a noi fa comodo per capire intuitivamente quanto fosse grande l’onda domata da Francisco Porcella il 28 febbraio del 2017 a Nazarè, in Portogallo. Il pool di esperti che gli ha conferito il Biggest Wave Award si è sforzato di misurare l’altezza di questo mostro d’acqua, arrivando all’iperbolica cifra di 73 piedi. Convertitore alla mano, il calcolo è presto fatto: 22.25 metri. Quanti piani? Otto e spicci, un palazzo di ben otto piani.

 

Allora provateci, a Roma, Milano, Firenze o Napoli, ovunque si possa trovare un edificio alto almeno venti metri: gambe ben piantate a terra come quelle di un surfista sulla tavola, petto ed occhi in direzione della spiaggia. Giocate con l’immaginazione e guardatevi per un attimo alle spalle, immaginando litri e litri d’acqua e schiuma bianca, anziché balconi e fioriere. Fatto? Ecco cosa si prova ad essere Francisco Porcella per qualche secondo. Lui vive così da una vita: “Non posso farne a meno, mi nutro dell’energia che sanno trasmettermi le onde”.

 

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Una serata di gala ad Huntigton Beach, in California. A giochi ormai chiusi la World Surf League assegna i premi per la passata stagione di caccia (all’onda) grossa. E quando c’è un palco, posti assegnati ed un presentatore con una busta in mano pronto a dire “e il vincitore è…”, non si può fare a meno di onorare l’occasione con un abbigliamento all’altezza. Soprattutto se ti chiami Francisco e vieni dall’Italia. Un surfista come gli altri, ma pur sempre italiano. “Il mio vestito univa lo stile italiano al mondo da cui provengo - racconta Francisco -, il mondo del surf.

 

DSquared ha disegnato per me uno smoking molto elegante accompagnato a dei pantaloni con degli inserti in neoprene, lo stesso materiale della muta che indosso abitualmente. Mi sono sentito più a mio agio”. Con lui sul tappeto rosso papà Pietro, mamma Kirsten e Niccolò, l’altro fratello con il “problema” della dipendenza dall’adrenalina, quello che fa il pelo alle montagne volando con la tuta alare e viene riconosciuto tra i kitesurfer più forti.

 

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Amico e primo sostenitore di Francisco: “Nessuno meglio di me sa quanto mio fratello meriti questo premio - spiega Niccolò -, se l’è sudato più di chiunque altro, sono orgoglioso di lui”. Più degli amici, i colleghi o la compagna, Francisco riconosce nella sua famiglia il segreto del successo: “Sono estremamente felice di condividerlo con loro, mancano le mie sorelle, ma almeno ci sono i miei genitori, oltre a Nic. Non vedevo mamma da agosto, ma stavolta le ho detto di venire senza esitazioni, sapevo che era l’anno giusto”.

 

Prima, durante e dopo la cerimonia Francisco aveva ricevuto diversi attestati di stima e rispetto da parte di celebrità del panorama surfistico, personaggi come Shane Dorian, Greg Long e Kelly Slater. Un messaggio di congratulazioni è arrivato perfino da King Slater. Porcella ancora non ci crede: “Pazzesco ricevere tutto questo affetto, non me l’aspettavo. Sentirsi fare i complimenti da Kelly o da Greg Long (ex big wave rider, leggenda della disciplina, ndr) mi spingerà ad andare ancora oltre. Erano e sono tutt’ora i miei idoli, mi hanno portato a diventare chi sono oggi”.

 

Loro l’ispirazione, madre natura l’avversaria da sfidare con rispetto e gratitudine. Francisco la nomina spesso durante il suo discorso: “Sì ma non sono soddisfatto, ero teso e mi sono dimenticato di dire molte cose…l’Italia, la mia Sardegna: come ho fatto a non nominarle? Vabbè, vorrà dire che dovrò vincere ancora, tornare su quel palco ed imparare a starci come se fossi su un’onda di dieci metri”.

 

 

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Pietro Porcella, giornalista sportivo esperto di windsurf e sport acquatici, per anni collaboratore della Gazzetta, ha la risposta al perché dei lapsus del suo figlio maggiore: “È timido, un orso buono. Non come Niccolò, che sa vendersi ad uno sponsor o chiudere un’intervista in breve. Francisco è un talento puro ma ha dovuto sempre faticare il doppio per ottenere ciò che gli spettava, perciò sabato sera mi sono commosso”.

 

Chi meglio di papà Pietro può raccontarci gli highlights della storia di Porcella? Allora via ad aneddoti e coincidenze sorprendenti, a partire dal nome: “Francisco in omaggio a San Francisco, dove io e mia moglie vivevamo quando decidemmo di mettere al mondo un figlio. Poi il nostro primogenito nacque a New York e fu battezzato sulla Amerigo Vespucci, il veliero della Marina Militare”.

 

Il telefono passa alla Signora Kirsten, la mamma di Francisco e Niccolò. Americana di nascita, parla uno splendido italiano: “Al settimo mese di gravidanza ero in mare col windsurf, portavo Francisco in grembo ma mi sentivo a mio agio, ero tranquilla. Forse era un predestinato”. Sicuramente un uomo di parola: “Quando lui e Niccolò erano appena dei ragazzini mi chiesero di trasferirci alle Hawaii perché volevano diventare dei pro surfer, spendere la loro vita a contatto con la natura. Ce l’hanno fatta, sono diventati chi volevano”.

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Francisco Porcella oggi è al top nel big wave riding, l’unico nella storia ad aver ottenuto nello stesso anno le nomination nelle tre categorie più prestigiose dei Big Wave Awards. Presto debutterà anche nella lega mondiale delle onde giganti della World Surf League, e sarà il primo italiano di sempre a riuscirci. In passato è stato un windsurfer di fama internazionale. Passato e presente. Ma domani chi vorrà essere? “Intanto posso dirti dove sarò domani - scherza -, ma non metaforicamente! Mi sto imbarcando su un volo per il Perù, vado ad allenarmi su onde grandi, soltanto grandi. Non enormi.

 

Infatti voglio migliorarmi tecnicamente e prepararmi per le Olimpiadi, dare manforte a Leo Fioravanti”. Una svolta importante nel percorso professionale di Francisco: “Durante la stagione parteciperò anche a delle gare delle Qualyfing Series (la porta d’accesso al Championship Tour in cui attualmente corre Fioravanti, ndr), mi piacerebbe completare il mio bagaglio tecnico. L’obiettivo primario rimane comunque spaccare nel Big Wave Tour e continuare a cacciare bombe in giro per il pianeta”. Bombe con la “o” parecchio aperta, pronunciata alla sarda. O nella “Porcella’s way”, se preferite. Un americano di Sardegna sull’onda più grande del 2016/2017. E chi l’avrebbe mai detto?

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