Estratto dell’articolo di Fabrizio Roncone per il Corriere della Sera
(...) Con un interrogativo subdolo che, più o meno, è questo: d’accordo, possiamo anche passare il turno, ma poi? C’è da dire che le parole pronunciate l’altro giorno dal presidente Gabriele Gravina non sono state esattamente una siringata di entusiasmo.
«Dovete avere fiducia perché questa è una formazione giovane e con poca esperienza internazionale. Bisogna dar tempo ai nostri di crescere. Poi, però, qualunque sia il risultato, andremo avanti con il miglior allenatore che c’era sul mercato in quel momento e che abbiamo preso» (qualunque sia il risultato: presidente, in che senso?).
E ancora: «Rispetto ad altre realtà ci sono delle differenze a livello di esperienza, di materiale selezionabile e di disponibilità di strutture…» (sì, certo: però guardi che è lei, il presidente della Federcalcio).
«Non basta la storia calcistica di un Paese per avere aspettative» (cioè, un momento, per capire: ce la dobbiamo guardare o no, la partita contro la Croazia?). Gli azzurri, intanto, sono arrivati allo stadio e stanno scendendo sul terreno di gioco per la solita ricognizione. Il colpo d’occhio sugli spalti, l’ampiezza, la consistenza del prato. Volete sapere che facce hanno? Lasciate stare. Guardate: non saranno un gruppo di fenomeni, ma sono dei bravi ragazzi. E, soprattutto, sanno che indossare la maglia azzurra è una cosa seria. Fidiamoci.
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