Estratto dell'articolo di Ivan Zazzaroni per www.corrieredellosport.it
Sappiamo chi muove i fili della contestazione a Gravina. Li conosce bene - anzi, benissimo - lo stesso Gravina. Che terre battono? Basta fare un salto in Lega (calcio, questa volta) per trovare i contestatori più agguerriti, almeno un paio, e individuare altrettanto facilmente l’amico lobbista che da anni prova - inutilmente, ma pervicacemente - a scavare la fossa al presidente federale.
Gravina sopravvive a tutto e tutti, per il momento, tra colpe e meriti: ha responsabilità da ruolo nell’esclusione dal Mondiale in Qatar, ma le ha anche nel trionfo all’Europeo. A lui dobbiamo la ripartenza del campionato nel periodo del Covid - in verità fu un acuto coraggioso in un coro di pusillanimi -. Certo, possiamo avanzare forti perplessità su alcune (non) riforme e sulla compagnia turca (sgradita agli stessi turchi) per il 2032. Ma è fuor di dubbio che se ne dovrà andare solo se la Nazionale di Spalletti fallirà l’obiettivo Euro ’24.
Sono convinto che un deciso sostegno a Gravina giunga dalla scarsissima simpatia dei suoi grandi detrattori. Che lo fanno risultare migliore di quello che è.
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