Look at the struggle, pain and eagerness in her eyes. She’s fighting against the world.
Imane Khelif qualifies for the Final.#ImaneKhelif #Iman_Khalif #Imane_Khelif pic.twitter.com/IgBh95l07F
— i (@Miksiddiqui) August 6, 2024
Estratto dell'articolo di G.F. per "La Repubblica"
Imane Khelif sarà medaglia d’oro o d’argento alle Olimpiadi di Parigi. È in finale, con ogni merito. Sul ring ha battuto la thailandese Janjaem Suwannapheng — all’unanimità, in tutte e tre le riprese — ma a essere sconfitte sono state soprattutto le tonnellate di bugie, odi, rancori venuti fuori in questi giorni folli. La risposta di Imane è stata semplice: vincere e ballare, al centro del ring, tra il tripudio della gente, tutta per lei.
[...] «Non voglio rispondere alle polemiche, voglio solo pensare a vincere e voglio farlo per l’Algeria», ha detto dopo la vittoria. Già nei giorni scorsi aveva precisato di essere «salita sul ring non soltanto per me. Ma per tutte le donne del mondo. Qui sto inviando un messaggio a tutte lepersone, nel mondo, affinché sostengano i valori olimpici e i regolamenti. E smettano di fare violenza, bullismo, a tutti gli atleti. Perché quello che fanno fa male». Più di un pugno dice Imane.
«Mi hanno vietato di leggere i social in questi giorni. E forse hanno fatto bene. Abbiate rispetto, non usate le parole come armi». Non sono parole casuali. Una ricerca di PeakMetrics, una società americana che analizza quanto accade sui social network, ha pubblicato una ricerca (ripresa ieri dai principali media statunitensi) che dimostrerebbe come sia stata lanciata una vera tempesta di tweet che ha portato la storia di Imane ovunque:
«Sono stati pubblicati post per decine di migliaia di volte all’ora” hanno detto. Secondo la ricerca americana dietro ci sarebbero le reti di disinformazione legate al Cremlino, le stesse che in queste ore avrebbero attaccato direttamente le Olimpiadi di Parigi.
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