Franco Vanni per repubblica.it
Per l' Inter la gara di domani a San Siro con il Barcellona sarà il crinale della stagione. «Impedirò che il risultato di Dortmund sia comunicato allo stadio.
Sappiamo che ci basta fare gli stessi punti del Borussia con lo Slavia Praga, ma dobbiamo dimenticarcelo e giocare la nostra partita», dà la carica Antonio Conte, che calcoli non ne fa. Prima in campionato con 2 punti sulla Juve, che di colpo appare vulnerabile, la sua Inter pensa in grande. Anche quando ha perso, al Camp Nou e a Dortmund, ha affrontato alla pari i più forti d' Europa. Vincere contro il Barça significherebbe accedere agli ottavi di Champions e mettere le mani sui quasi 30 milioni che vale la qualificazione (fra premi sportivi, market pool, botteghino e bonus sponsor).
La qualificazione porterebbe con sé anche il problema - di lusso, ma sempre un problema - di dover gestire su due fronti una rosa risicata e provata dagli infortuni. A gennaio rientreranno Barella, Sanchez e forse Sensi. Ma non basta. Il bonus degli ottavi, insieme al tesoretto della cessione di Gabigol a fine prestito al Flamengo, sarà investito a gennaio. «Un mercato povero e arido», mette in guardia Marotta, che lavora per portare a casa il massimo dal poco che c' è sul piatto: De Paul dall' Udinese, operazione in cui si è speso Javier Zanetti, magari Kulusevski, ma è più probabile a giugno, e Vidal, che domani a San Siro potrebbe giocare in un Barcellona che risparmierà titolari.
I catalani non accettano di cedere il cileno in prestito secco per sei mesi. Dalla vendita sua e di Rakitic, anche lui probabilmente in campo, cercano soldi preziosi per riportare a casa Neymar in estate. Se l' Inter vuole Vidal dovrà pagarlo. Il Barcellona, per contro, guarda con interesse a Sensi e Skriniar.
E soprattutto a Lautaro Martinez. Non è un segreto che Messi, suo compagno in nazionale, lo voglia al Camp Nou. La clausola di 110 milioni spaventa più l' Inter che i blaugrana. «Sta bene qui, ama la maglia», dice Zanetti che lo prese dal Racing nel 2018 grazie agli uffici dell' ex compagno di Triplete Diego Milito. E ha ragione.
L' elemento in più per convincere il Toro che Milano è casa sua sarebbe proprio la qualificazione. Per l' armata blaugrana, matematicamente prima nel girone, la gara di San Siro è un fastidio. Valverde lo ha detto chiaro: non vuole perdere la partita, ma teme infortuni.
Sabato giocherà a San Sebastian contro i baschi della Real Sociedad e il 18 dicembre riceverà il Real Madrid, con cui coabita al primo posto in Liga. Un Clasico mai così teso, già rinviato per ragioni di ordine pubblico e carico di significati oltre il calcio. L' allenatore spagnolo a Milano farà a meno di Dembélé e dei terzini Jordi Alba e Semedo. In forse Arthur e Ansu Fati. E cercherà di convincere Messi, fresco di Pallone d' oro e tripletta al Mallorca, a riposare. Ma Leo, che all' Inter non ha mai segnato, ha nel mirino i record di Cristiano Ronaldo in Champions. Conte cercherà di recuperare gli acciaccati Candreva e Asamoah. Starà fuori Gagliardini.
Se tutto dovesse andare storto, i nerazzurri si troverebbero in Europa League, meno prestigiosa e più povera: i sedicesimi portano 500 mila euro, gli ottavi 1,1 milione. È probabile che Conte la sacrificherebbe al campionato, come fece alla Juve nell' anno dello scudetto record dei 102 punti, nonostante la finale a Torino. Ma sono prospettive a cui l' ex ct non pensa. Vuole la Champions. Infastidito dai fischi a Lazaro e a Biraghi, in casa contro la Roma, ha chiesto «tutto l' appoggio possibile» ai 70 mila di San Siro. «Dimostreremo di essere veri tifosi », ha risposto la curva.
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