Paolo Tomaselli per il Corriere della Sera
Andrea Pirlo, la Juve è tornata in finale di Champions due anni dopo. Capitan Buffon ha detto che non se lo sarebbe aspettato. E lei?
«Sicuramente non è facile tornare in finale, ma è vero anche che la società ha rifatto sforzi incredibili per rafforzare la squadra e tornare a giocarsi la Champions: questa finale rientra nei programmi».
A Berlino lei chiuse in lacrime. Con che sentimento guarderà Juventus-Real Madrid?
«Ho il grande rimpianto di averla persa dopo quattro anni fantastici, ma ho voglia che la vincano i miei ex compagni e la società: dopo tanti anni se la meritano. È stato un percorso di crescita in cui hanno raggiunto tutto quello che volevano: ora manca la ciliegina sulla torta».
Questa Juve è molto diversa dalla sua, sembra più consapevole. È anche più forte?
«Più consapevole lo è di sicuro: due anni fa siamo arrivati fino in fondo senza che a inizio stagione ci credessimo troppo. Questa è invece una Juve costruita per vincere. E la consapevolezza ne è una conseguenza».
Ci saranno 7 juventini diversi rispetto al 2015. Chi è quello più importante?
«Da metà campo in su la squadra è completamente cambiata e tutti hanno portato qualcosa di diverso, da Alves a Dybala, da Pjanic al lavoro di Mandzukic. Senza contare Higuain.
La Juve è una grande squadra».
Il Real è il grande favorito dopo due vittorie in tre anni?
«Si parte alla pari: uno non è favorito per quello che ha fatto negli anni precedenti. Non credo ci siano tante differenze tra il Real e la Juve: i bianconeri hanno una squadra completa, equilibrata, solida ma allo stesso tempo di qualità».
A Torino c' era «grande negatività pensando all' Europa» ha detto Allegri. Pensa che la Juve possa acquisire quel Dna europeo che aveva il suo Milan?
«Solo la vittoria cambia davvero le cose: se la Juve non vince sabato si continuerà a dire come sempre che vince il campionato e non in Europa. Adesso serve alzare la coppa».
In passato non sono mancate le divergenze tra lei e Allegri. Oggi che è così vicino al Triplete come lo vede?
«Ha fatto un grande lavoro. Non era facile arrivare dopo Conte e lui è stato bravo a entrare piano piano nella squadra e nella società».
Zidane può soffrire il nostro calcio o invece lo conosce molto bene e può trarne dei vantaggi?
«Giocare e allenare sono due cose completamente diverse. E lui in panchina ha affrontato solo il Napoli. Certo, conosce bene il nostro calcio e di questa Juve sa tutto nei minimi dettagli, pregi e difetti».
La sfida viene ridotta al Muro della Juve contro i grandi attaccanti del Real. È così?
« È riduttivo, ma la Juve sicuramente si difende meglio del Real, perché lo fa con tutta la squadra, non solo coi difensori. Il Real invece lascia più liberi i suoi attaccanti di esprimere le loro grandi potenzialità».
Che ne pensa della stagione di Buffon?
«Sono felicissimo per lui e per il fatto che abbia ancora una volta la possibilità di raggiungere l' obiettivo che insegue da sempre. Sarei contentissimo se vincesse questa coppa, perché ha dimostrato di essere ancora uno dei migliori».
Se la Juve vince, crede che Gigi potrà sollevare anche il Pallone d' oro?
«Credo di sì. Questa volta credo sia l' anno giusto».
Da grande esperto di vini e di Champions, qual è la bottiglia giusta per festeggiare un' eventuale vittoria?
«Per la gioia bevi davvero di tutto, anche l' aceto...».
La Juve ha solo 3 giocatori che hanno già vinto. Il Real è il detentore. Può pesare?
«No, non c' entra niente. Possono anche essere in 20 ad averla già vinta, ma ogni partita è completamente diversa».
Gattuso dice che Pirlo «fa ancora cantare il pallone». Anche Dybala è così?
«Sì, lui e Pjanic hanno grande eleganza e tecnica. È bello vederli giocare. La Champions per Dybala, più che la consacrazione. sarebbe l' inizio di una grande carriera».
Ronaldo è il pericolo numero uno per la Juve?
«Assolutamente sì».
Di lui si dice che abbia più abnegazione che talento. Che ne pensa?
«Ha dimostrato negli ultimi 10 anni di essere il migliore assieme a Messi. È un atleta completo, può attaccare al centro o da esterno. È esemplare e sempre perfetto negli allenamenti: rimanere sempre ad altissimi livelli è un grande merito».
Se le milanesi non tornano in alto, la Juve continuerà a vincere?
«Per adesso la Juve ha dimostrato di essere avanti, ma la speranza è quella di tornare ad avere più spettacolo, con 4-5 che lottano per lo scudetto».
Che ne pensa delle nuove proprietà cinesi?
«Per noi cresciuti con le grandi proprietà italiane fa sicuramente un certo effetto. Ma il calcio è cambiato e ci vogliono altre potenzialità per far tornare in alto società così gloriose e ambiziose».
È riuscito a vedere qualcosa del lungo addio di Totti?
«Sì. È stato commovente e straziante, un grande addio. Se ne va uno dei migliori e il tributo di popolo che ha ricevuto è stato magnifico».
Totti ha detto che ha paura del dopo. Che ne pensa?
«È difficile da spiegare, perché noi siamo cresciuti facendo solo questo, avendo mille attenzioni, tanta adrenalina. E quando finisce tutto, penso sia difficile. Ma lui avrà tempo per pensare a cosa fare e cercare qualcosa di eccitante».
Gli consiglia di venire a giocare negli Usa?
«Dipende solo da lui, è grande abbastanza e può andare dove vuole, se ha ancora voglia».
Lei ha deciso cosa fare da grande?
«No. Ho ancora qualche mese di tempo per pensarci».
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