Al.Ab. per "il Messaggero" - Estratti
Il governo contro le storture del calcio. Ieri è stata data la fiducia, oggi verrà finalmente approvato il dl Sport con la nuova Commissione indipendente al posto della Covisoc e la rappresentanza delle leghe nei sistemi federali, prevista dal vice-presidente della Camera, Giorgio Mulé, con un apposito emendamento: «Il decreto passerà al Senato e sarà legge entro il 30 luglio».
È stato sollevato un polverone sul suo emendamento: «Colpa di bugie pilotate. Per esempio, è stato presentato e depositato prima dell'eliminazione dell'Italia dall'Europeo, non confezionato contro Gravina o la Figc». Infatti le leghe invocavano una maggiore autonomia da tempo: «Da 15 anni, negli ultimi due c'è stata l'ulteriore spinta.
In ogni organizzazione il peso specifico delle componenti dev'essere commisurato all'apporto economico dato - ci spiega il deputato di Forza Italia - e la Serie A dà alla Federazione 131 milioni, paga 1,2 miliardi di tasse allo Stato, a fronte di un peso mortificante del 12%, con appena 3 consiglieri su 21. Questo emendamento non consegna alla A il governo della Federcalcio, ma va incontro al principio dell'equa rappresentanza e demanda alla Figc il potere di stabilire la quota. Mettiamo che sia del 25%, non determinerà una maggioranza, che possa sovvertire l'equilibrio»
La Figc temeva il diritto di veto: «In una prima versione del testo c'erano dei pareri vincolanti - ammette Mulé - ma già avevamo pensato di trasformarlo con un "di concerto". La riformulazione arriva quando l'Italia viene eliminata e Gravina indice le elezioni anticipate per il 4 novembre».
A quel punto sotto traccia cresce un fuoco nemico: «Nessuno ha mai segnalato a me, alla Camera, al Parlamento, alla Commissione, a nessuno dei soggetti istituzionalmente titolati, alcuna lamentela. Poi la Figc ha fatto appositamente divampare un incendio tre ore prima che si votasse l'emendamento».
Una lettera di Uefa e Fifa ha scatenato il panico: «Quella non è una lettera, guarda caso è una comunicazione interna diffusa alle agenzie. Il ministro dello Sport Abodi aveva avuto solo delle interlocuzioni informali, tanto che la riformulazione dell'emendamento era già arrivata giorni prima che uscisse. Il testo era blindato, non c'è mai stato il rischio che i club italiani venissero esclusi dalle competizioni continentali».
Eppure all'opinione pubblica è passato un altro messaggio: «Un gioco scorretto in silenzio per terrorizzare i tifosi e conservare lo status quo». Nel consiglio federale di lunedì è passato il nuovo regolamento per le elezioni, senza il voto di Serie A e B, perché Gravina non ha affrontato il tema della nuova rappresentanza voluto dal governo: «La scusa è una norma programmatica sconosciuta al diritto. Invece c'è la legge e va applicata subito, la Figc deve inchinarsi. Non importa quale percentuale dia, ma deve farlo. Non è stato fatto con una tattica per prendere tempo sino a settembre, entro quando va fatto, e dire poi è troppo tardi. Fatta la legge si va avanti con l'inganno».
Col dl sport approvato oggi non ci sarà più scampo: «Giustamente la Lega di A dice che c'è una norma di legge, la Figc la sta disattendendo, va nominato un commissario ad acta che la faccia applicare oppure sospenda le elezioni fin quando non verrà applicata. La verità è che questo emendamento sta facendo venire giù il castello in cui qualcuno si è arroccato. Viceversa, non ci sarebbero state tutte le folli reazioni a cui stiamo assistendo. Altro che golpe, è un avvio di democrazia ripristinata, un vagito in ossequio allo statuto».
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gravina balata GABRIELE GRAVINA - FIGC GIORGIO MULE