Gabriella Mancini per "la Gazzetta dello Sport"
La fede juventina era una tradizione di famiglia, Raffaella Carrà aveva cominciato ad amare i colori bianconeri a 15 anni. Nata a Bologna, ma cresciuta in Romagna, nutriva una simpatia anche per il Cesena, ma è sempre stata la Juve la squadra del cuore, quella che l' ha fatta innamorare. In tutti i sensi.
Da ragazza aveva un "filarino", come lo chiamava lei, con Gino Stacchini di San Mauro Pascoli, ala della Juve negli Anni 50-60, un amore che Raffaella ricordava con allegria. Si erano conosciuti da ragazzi, poi i sentieri della vita si erano divisi, ma era rimasto l' affetto. La showgirl, che aveva conosciuto Sivori e il suo genio, non si perdeva un partita della Juve e, nel tempo, ha mantenuto la passione.
Nel 2011 si trovava alla Rai di Torino e in una pausa si fiondò a vedere lo stadio nuovo, commuovendosi nell' osservare le foto di Gianni e Umberto Agnelli. Aveva un debole per Giampiero Boniperti e per Alessandro Del Piero e due anni fa era anche andata a trovare la squadra.
In maglia bianconera Intensa l' intervista a Bonucci per il programma A raccontare comincia tu , durante il quale il difensore aprì il suo cuore, parlando della vita in campo e in famiglia. E l' anno scorso, in occasione dello scudetto, la Carrà aveva scritto su Twitter: «Cara Juve, mi piaci ahah, mi piaci ahah, mi piaci tanto tanto ah, sembra incredibile ma sono pazza di te».
Un Tuca-Tuca davvero speciale. Il club l' ha ricordata sui social in una foto con la maglia bianconera. Mentre Bonucci l' ha rammentata dal ritiro azzurro con queste parole: «Il tuo sorriso e la tua energia rimarranno per sempre». Del Piero, invece, l' ha celebrata su Facebook: «Un mito irraggiungibile che rimarrà per sempre nei nostri cuori, con il tuo modo elegante di intrattenere il pubblico ci hai fatto divertire per anni.
Con te abbiamo sognato, cantato e ballato in Italia e nel mondo. E non dimenticherò mai quando a Carramba mi hai insegnato il Tuca-Tuca ». Dopo tanti anni vissuti in Spagna - la Carrà è un' icona anche là - si era appassionata al calcio spagnolo e proprio oggi i Paesi che amava di più si affronteranno per la semifinale europea. Arabeschi del destino.
La sua umanità, la sensibilità e la professionalità sono arrivate ovunque, così come la grinta, quel modo sanguigno di affrontare le cose, la risata diretta, la dizione impeccabile. Era molto amata in Sud America, i suoi concerti erano un must, e a Buenos Aires tra i suoi fan c' era anche Diego Armando Maradona. Raffaella aveva raccontato in un' intervista: «Lui era giovane, l' arena era piena, non c' era posto, ma tentò di entrare lo stesso. Disse ai poliziotti: "Non sapete chi sono io!" Lessi la storia sul Clarin il giorno dopo: per colpa mia aveva passato la notte in guardina».
Bici e automobili Qualche anno dopo si ritrovarono in Spagna, nacque una profonda amicizia. Tant' è che nel '98 Diego fu ospite nel mitico programma Rai Carramba, che fortuna! , dove ritrovò molti compagni del Napoli. «Sono venuto per te», le disse Diego e palleggiarono tutti insieme, con Raffaella scatenata. Lo sport le ha fatto sempre compagnia. Amava la danza, ma anche il ciclismo e il Giro d' Italia, per via di uno zio Bartaliano.
Tra tanti incontri con i campioni, spicca una foto in cui ballava il tango con Clay Regazzoni a Canzonissima e il video di uno spot con Niki Lauda nel 1975, quando il pilota austriaco era campione del mondo: lei si esibisce in un locale e tra il pubblico riconosce Niki, lo costringe a cantare poi sale in auto con lui.
Scorci romantici di una televisione in bianco e nero, La Carrà l' ha attraversata fino ad oggi con leggiadria e carattere. Ci mancherà.
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