Gabriele Galluccio per “Libero quotidiano”
Non tutti i mali vengono per nuocere. Antonio Conte spera sia vero, perché l' infortunio di Alexis Sanchez lo pone in una condizione tale da dover scommettere forte su Sebastiano Esposito. Senza badare troppo alla retorica secondo cui un giovane rischia di "bruciarsi" se viene lanciato troppo presto: chi ha qualità, emerge.
Il cileno dovrà operarsi e stare fuori per almeno 90 giorni, nei quali le opzioni offensive nerazzurre saranno drasticamente ridotte. All' orizzonte ci sono 7 partite nell' arco di 21 giorni: un ciclo terribile che l' Inter non può pensare di affrontare unicamente con la coppia Lukaku-Lautaro, più Politano in qualità di alternativa.
Ed è qui che entra in gioco il baby Esposito, svezzato durante il pre-campionato e pronto a lavorare a tempo pieno con i più grandi per far fronte all' emergenza. Non è un mistero che Conte creda molto in lui, nonostante sia un classe 2002. Ma l' età è solo un numero per giovani talenti che già possiedono un bel mix di qualità tecniche, fisiche e mentali. Il caso di Francesco Totti in questo senso è emblematico, avendo giocato oltre 70 partite ufficiali con la Roma tra i 16 e i 19 anni. Adesso a 43 rischia di partecipare a un altro Mondiale, quello di calcio a 5 (proposta presentatagli da Montemurro, presidente federale del futsal).
Proprio allo storico capitano giallorosso si ispira Esposito, che viene da Castellammare di Stabia e si è formato nella stessa scuola calcio di Gianluigi Donnarumma. Al Pupone avrà pensato durante la finale Under 17 - vinta 3-1 dall' Inter contro la Roma - in cui ha realizzato una tripletta, con tanto di cucchiaio su rigore.
«Mi è venuto spontaneo. Istinto e follia mi hanno spinto a segnare così. Totti è stato il mio idolo sin da piccolo», le parole di Esposito dopo quella partita. Alla leggenda giallorossa Sebastiano somiglia per movenze e caratteristiche tecniche, oltre che per la specializzazione nei calci di punizione. Senza però dimenticare l' influenza di Mauro Icardi, che ricorda per l' efficacia con la quale colpisce in area di rigore.
corriere dello sport sul caso esposito
Esposito è ormai un fuori categoria per le giovanili. Con l' Under 17 nerazzurra ha segnato 33 gol in 40 partite, con quella dell' Italia ha disputato un Europeo da trascinatore (4 reti e 2 assist tra girone, quarti e semifinali), mentre con l' Inter ha vissuto un pre-campionato da attaccante titolare.
Tre indizi che fanno una prova: potremmo essere dinanzi a un grande talento italiano, l' ennesimo tra i nati alla fine degli anni '90 e all' inizio di quelli 2000. Di tempo ne avrà tanto per determinare il livello della sua carriera, ma l' Inter va di corsa ed è per questo che ha deciso di lanciarlo subito in serie A.
Chiedendogli, tra l' altro, un sacrificio importante: la rinuncia al Mondiale Under 17, che si svolgerà in Brasile dal 26 ottobre al 17 novembre. Rinuncia che Esposito ha accettato di buon grado, chiaramente determinato a sfruttare al meglio l' occasione che il caso gli ha presentato. Già in estate aveva assaporato il calcio che conta, giocando cinque partite su sei da titolare e meritando gli applausi di Conte. Con quest' ultimo che aveva anche pensato di farlo giocare contro il Lecce alla prima di campionato, in un San Siro dalle grandi occasioni. Ormai per il debutto in serie A è solo questione di giorni…
IL CORRIERE DELLO SPORT SULLA VICENDA ESPOSITO
Niente Mondiale Under 17 per Sebastiano Esposito. Dopo l’infortunio rimediato da Alexis Sanchez, l’attaccante classe 2002 non partirà per il Brasile ma resterà alla corte di Antonio Conte per dare il suo contributo all’Inter.
Sulle pagine del Corriere dello Sport troviamo un editoriale firmato da Marco Evangelisti proprio sulla vicenda che riguarda l’Inter, la Nazionale e lo stesso Esposito: “Conte che si riprende Esposito senza l’ombra di un rimorso, e stacca alla Nazionale Under 17 l’ossigeno di un talento come a quell’età non se ne vedono quasi mai, è il perfetto successore di sé stesso.
Cinque anni fa, quando era alla Juve, fece venire una mezza ulcera a Prandelli per la convocazione di Chiellini, appena tornato da un infortunio. Disse che il ct avrebbe dovuto chiedergli informazioni preventive. In mezzo c’è stato anche il Conte a sua volta ct capace, al contrario, di rispondere a voce rauca ma alta a John Elkann che si lamentava per un problema fisico di Marchisio. E raccontava che durante la sua esperienza alla Juve i dirigenti non si erano mai chiesti perché i giocatori lavorassero duro“.
Il commento poi prosegue sulla questione legata al futuro e non solo: “Non importa. Se l’Italia va a un Mondiale senza il suo giocatore di punta non è colpa di Conte o del suo club, che curano le proprie convenienze e tappano le falle che persino un mercato dai costi rilevanti ha evidentemente lasciato. E’ il calcio italiano a rinunciare alla propria versione migliore, quasi scusandosi con l’Inter per aver prelevato – quindi valorizzato – una vasta parte del suo settore giovanile, e non ha il coraggio di mettere gli interessi generali davanti a quelli della squadra particolare.
E’ anche per questo che l’Italia sta risalendo da una brutta discesa nelle gerarchie internazionali. Sta risalendo, vale la pena ricordarlo, soprattutto grazie a una Nazionale che magari sbaglia il colore della maglia ma da un po’ non il gioco e i giocatori. Ci siamo persi un Mondiale, adesso andiamo a un altro, più piccolo, volontariamente indeboliti. Un’idea luminosa, e chissà che avranno tutti a guardarci strano“.