Estratto dell’articolo di Monica Scozzafava per il “Corriere della Sera”
L’uomo che sussurra ai cavalli (e anche alle anatre, agli alpaca e agli asinelli) se ne sta dentro questo mondo così «nature» sulle colline senesi in cui sta in pace con sé stesso, si isola, prova a trovare la rotta giusta per regalarsi un Europeo da favola. […] Luciano Spalletti […] è un manager moderno e trasversale, che sa perfettamente cosa chiedere ai suoi giocatori […]
Come si tiene unito uno spogliatoio dove insistono culture e religioni diverse?
«Connettendosi sulla stessa lunghezza d’onda, tutti uguali in un contesto dove dobbiamo darci forza l’uno con l’altro. Convincerci a vicenda di essere forti, motivati […] La diversità è un valore, ci fa crescere. Ci forma, ci apre gli orizzonti».
Dice spesso siamo tutti fratelli: cosa intende?
giacomo raspadori luciano spalletti
«Lo dico ai miei calciatori: davanti allo spogliatoio c’è un salvadanaio virtuale dove ognuno mette ciò che ha e può dare. Recuperare una palla persa può valere quanto un gol. Così si vince, così nascono i rapporti. Ricordo il viso felice di Totti, quando ero alla Roma e con tutta la squadra andammo da lui in ospedale».
Poi ci ha litigato, però.
«Quando ci siamo rivisti dopo anni, ci siamo abbracciati. Io le persone le guardo negli occhi, nella postura. Le assicuro ci siamo ritrovati, le basi del nostro rapporto sono forti».
luciano spalletti con la nazionale italiana di calcio 2
La maglia della Nazionale, cosa ha in più rispetto a tutte le altre?
«È la più bella e più importante del mondo […] Bisogna indossarla con orgoglio […] Nella nostra Nazionale tutti devono essere sullo stesso piano […] Partiamo tutti dalle sconfitte passate, sono quelle che formano. […] Dalla depressione di una batosta si rinasce».
L’Italia può realmente competere con le big europee. Inghilterra, Francia, Germania?
«Dobbiamo farlo ma bisogna lavorarci ancora. Quello che abbiamo fatto vedere finora non è sufficiente. Abbiamo qualità tecniche e anche umane e sia chiaro: contano alla stessa maniera».
Scamacca è rinato, c’entrano i suoi rimbrotti sui videogiochi?
«Il merito è di Gasperini che lo allena, se in qualche modo l’ho sollecitato ad avere una reazione sono contento, il mio fine è questo. La tecnologia è importante ma va contestualizzata. Bisogna stare connessi tra di noi, anche nei tempi morti. […] Quei dieci giorni in cui staremo insieme prima di partire saranno i più importanti».
[…] La squadra italiana che più le è piaciuta.
«A parte l’Inter che ha vinto meritatamente lo scudetto, il Bologna. Mi riporta al Napoli.
Bel gioco e nel gruppo si respira amicizia, fratellanza. È così che si vince, anche».
[…] Cosa è successo invece al Napoli?
luciano spalletti con la nazionale italiana di calcio 1
«Tre allenatori in genere non si cambiano neanche in cinque anni. Come si fa in pochi mesi ad assimilare tante cose da uomini che hanno metodi e caratteri diversi. I giocatori, talvolta, devono essere confortati, convinti di essere forti. Basta un nulla per demotivarsi. Ragazzi giovani come Zirkzee, Kvara per esempio vanno coltivati, difesi e sostenuti ogni giorno».
Di Lorenzo, Raspadori, Meret: li convoca con la stessa convinzione?
«Io valuto complessivamente, non la stagione o gli ultimi mesi».
Quanto conta la fortuna nel calcio?
Tanto, arriva se te la meriti. Se sai coglierla. Il Real Madrid in finale di Champions è una dimostrazione. Carlo è stato fortunato contro il Bayern, qualche svista arbitrale c’è stata. Ma non toglie nulla alla vittoria, ci hanno creduto» […]