Da corriere.it
«Dalla mattina alla sera, con 4 righe nella finanziaria è stato ucciso il Coni». Così il presidente del Comitato olimpico nazionale Giovanni Malagò, a margine di un evento al Parco del Foro Italico torna a parlare del progetto di riforma voluto dal governo.
«Toni troppo alti? Il documento ufficiale del mio mandato è tutt’altro che un atto fuori luogo. Da tutte le parti si è ribadito l’invito, la speranza e il diritto-dovere di andare al dialogo - sottolinea -. Valutate voi se sono stati in proporzione meno o di più rispetto alla gravità del problema e dei fatti accaduti, peraltro non avvertiti e comunicati».
E poi il numero uno del Coni ha aggiunto : «Giorgetti dice che il Coni non è solo Malagò? Ha ragione lui, ci mancherebbe che il Coni si identifichi con una persona. Il Coni è 105 anni di storia e un’eccellenza. Giorgetti ha perfettamente ragione». Ma Malagò aggiunge anche che il Coni non è mai andato oltre i compiti che gli sono stati assegnati dallo statuto:
«Non è vero, il Coni ha semplicemente fatto quel che da statuto gli impone la legge dello Stato. Questa cosa faccio fatica a comprenderla. Se uno poi vuol cambiare le leggi, torniamo alla dinamica della politica. Forse era giusto ascoltarci. Non si capisce perché questa norma entra in vigore nel 2020 ma si deve per forza fare nella legge di bilancio del 2018».