A Djokovic è bastato perdere con Nardi a Indian Wells (e cancellarsi da Miami), per alzare la marea del “quando si ritira?”. E’ un attimo, quando hai 37 anni. Anche se sei ancora il numero 1 del mondo, il più vincente della storia, e appena qualche mese fa hai vinto le Atp Finals contro Sinner.
Lo hanno scritto in tanti, e lo scrive anche il Guardian. Che torna su una domanda ricorrente, quasi retorica, dello sport: quando fermarsi? In questo caso: “Per quanto tempo ancora Djokovic potrà evocare l’energia del guerriero per continuare a vincere più titoli del Grande Slam ogni anno?”
“Non è stato semplicemente il fatto che Djokovic abbia subito la peggiore sconfitta della sua carriera in un evento importante contro Nardi”, ma più che altro è che “contro Nardi è tornato al tennis catenaccio, centrando solo due vincenti e due errori non forzati nel set decisivo finale. Il suo avversario, al contrario, ha tirato 16 vincenti con quattro errori non forzati”.
Anche il Guardian ammette che forse è un discorso prematuro. “Ma, forse per la prima volta, si ha la sensazione che gli dei del tennis stiano cercando del cherosene e un accendino. È un problema che Djokovic ha riconosciuto a Indian Wells quando ha parlato della sua tristezza per l’imminente fine dell’era d’oro del tennis con lui, Federer, Nadal e Murray”.
“Gli osservatori seriali di Djokovic ricorderanno che dopo aver completato un Grande Slam in carriera vincendo gli Open di Francia nel 2016, ha ammesso di aver perso la motivazione. Non vinse un titolo importante per i successivi due anni. Senza dubbio il dolore della sconfitta del Nardi lo stimolerà ancora”.
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