Sofia Goggia, il dolore non passa: «Potrei anche saltare la stagione». Lo dice in un’intervista al Corriere della Sera.
Il 18 giugno aveva ripreso a sciare, a poco più di 4 mesi da quel 5 febbraio, quando a Ponte di Legno si fratturò la tibia e il malleolo tibiale destri.
Il dolore come Gran Nemico.
«Devo capire come abbatterlo quando metto lo scarpone. Come disse Annibale valicando le Alpi, se non troveremo una strada, la costruiremo. Sperimenterò soluzioni in carbonio, sottili e su misura, da inserire tra calza e scarpone. Sono come parastinchi da calcio e dissipano le pressioni: devo trovare il set up per il training a Ushuaia».
Con le prime sciate ha ritrovato le giuste sensazioni?
«È presto per dirlo, le ossa danneggiate per ora sopportano solo sedute blande. Io non mi lamento mai: con le ginocchia che mi ritrovo sarebbe impossibile sciare ad alto livello, ma ormai sono abituata. Ora è diverso: il dolore c’è. Il problema è la guaina del tendine tibiale anteriore, recisa per mettere la piastra: ha una parte adesa e una libera ed è quest’ultima che mi fa vedere le stelle».
I medici che cosa dicono?
«Per loro avrei dovuto riprendere lo sci dopo 6 mesi. Secondo il dottor Panzeri il dolore non passerà e dovrò gestirlo. Lavoro in palestra e faccio atletica, ma non posso ancora correre a causa delle parestesie che danno una percezione alterata della sensibilità. Il ct Gianluca Rulfi mi ha poi palesato lo scenario peggiore».
Quale sarebbe?
«Saltare la stagione, levare le placche a novembre e lavorare nell’ottica dei Giochi 2026: è un’ipotesi da considerare. Però se troverò la quadra con scarpetta e scarpone tutto andrà in crescendo. Ed è ciò che mi auguro».
Ha avuto paura quando ha rimesso gli sci?
«Alle prime curve ho pianto sotto la maschera».
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