“FONSECA RICORDA RUDI GARCIA, UNA TERZA SCELTA COL PALLINO DI AZZERARE LE GERARCHIE” – ZAZZARONI AL VELENO SUL TECNICO DEL MILAN CHE DEVE GIA’ CONVIVERE CON L’OMBRA DI ALLEGRI – ENTRAMBI, CON IL SUPPORTO DI UN MANAGEMENT FIN TROPPO MUSCOLARE, HANNO PROVATO A MANDARE DEI SEGNALI FORTI E CHIARI ALLE PRIME FIRME, KVARA E OSIMHEN, NEL CASO DI GARCIA. MENTRE FONSECA HA LASCIATO IN PANCHINA ALL'INIZIO LEAO E THEO (COME IL MARITO CHE SI EVIRA PER FAR DISPETTO ALLA MOGLIE)

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Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport

 

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Si è vista la mano di Fonseca, questo è fuor di dubbio: la rinuncia per una settantina di minuti a Leao e Theo in una partita nient’affatto scontata ha ridotto sensibilmente le distanze tecniche e fisiche tra le squadre, al punto che la Lazio ha giocato meglio, con più coraggio e lucidità, e avrebbe meritato di vincere.

 

Il calcio sa essere bastardo, purtroppo, e il gol di Leao subito dopo l’ingresso in campo ha sublimato l’errore esiziale, se si considerano il momento e la classifica; errore condiviso – immagino – con la società.

 

Quella che nasceva come battuta si sta trasformando in un sospetto: pur se con i necessari distinguo, la genesi e la prima fase della gestione Fonseca ricordano tanto quelle di Rudi Garcia a Napoli, proprio un anno fa. Entrambi seconde o terze scelte del club, entrambi con una gran voglia di incidere in fretta naturale, essendo dei professionisti di livello -, entrambi con il supporto (e alcune riserve) di un management fin troppo muscolare.

 

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Le analogie? Prima cosa, l’azzeramento delle gerarchie; seconda, il tentativo di mandare dei segnali forti e chiari alle prime firme – da Kvara e Osi allora a Leao e Theo oggi.

 

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