Flavio Vanetti per corriere.it - Estratti
Marta Bassino è una capitana due volte coraggiosa. Prima di tutto lo è come sciatrice. Con costanza e pazienza, «sapendo che era un percorso da fare, avendo la consapevolezza del mio valore», sabato scorso a Crans Montana è tornata a vincere nella Coppa del Mondo (primo centro della carriera in discesa) e il giorno dopo è stata terza in superG. Fin qui era stata una stagione priva di gioie. Però Marta è coraggiosa anche perché da circa un anno sfida il fardello emotivo della scomparsa di Sara Fina, sua cognata, la moglie del fratello Matteo. Questa non è stata un’intervista semplice. Ma la «Piuma d’acciaio» è stata solida pure nel tagliare un traguardo complicato, superando le insidie del ricordo: una ragione in più per apprezzarla e per inchinarsi davanti a lei.
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Di nuovo una sua massima: «Le scelte condizionano la vita». È possibile intervenire per cambiare, oppure l’imprinting è definito?
«Puoi fare le tue scelte, ma la vita è in grado di sconvolgere ogni piano in un attimo. Quindi si deve sì avere un programma, ma è bene vivere alla giornata. E dopo la mia esperienza...».
È a questo punto che il silenzio di Marta manda in pausa l’intervista. Quanto è successo alla cognata a inizio marzo del 2023 è un flash che, quando torna, ferisce. Dopo qualche minuto, eterno anche per chi deve porre le domande, la campionessa azzurra fa cenno che è pronta a riprendere.
Lei è una paladina dei valori della famiglia e della vita legata ai luoghi natii.
«Sono affezionata alle mie terre e alle mie montagne: sono anche testimone delle Alpi di Cuneo. Sono vicina alla zona occitana ma non parlo il suo dialetto e nemmeno la lingua d’oc, che tra l’altro è diversa. Capisco il dialetto piemontese, ma non so parlarlo molto bene».
Tra le sue esperienze, quella di andare a Lourdes ad assistere gli ammalati.
«È un po’ che non torno. Ma Lourdes è un luogo che mi conferisce una sensazione di pace e di spiritualità».
Era brava pure nella ginnastica artistica. In precedenti interviste diceva di non sapere dove sarebbe potuta arrivare in questa disciplina: ha trovato la risposta?
«No. Ma se ho scelto di lasciare la ginnastica per lo sci avevo capito che lo sport mi indirizzava sulla neve».
Che cosa porterebbe via a Mikaela Shiffrin?
«La costanza con cui sa confermarsi e a riconfermarsi. Un martello implacabile».
Marta Bassino sostiene che nello sport serve anche l’egoismo.
«Sì, un po’ ci vuole. In qualche modo bisogna riuscire a mettere sé stessi al centro prima di tutto il resto».
Lei passa per essere l’«equilibratrice» all’interno della Nazionale. È vero?
«Di base sì: di carattere sono tranquilla e credo di sapermi districare bene in mezzo alle varie situazioni».
Ha una posizione centrale rispetto alle altre, in particolare colleghe dalla personalità forte come Sofia Goggia e Federica Brignone?
«Ah, ma non mi metto in mezzo tra loro due: io faccio il mio. E non sono un arbitro: ognuno fa il proprio verso, com’è giusto che sia».
Oro mondiale nel 2021 a Cortina nel parallelo; bis in superG lo scorso febbraio a Meribel. Dopo il secondo titolo iridato sente di essere diventata una regina dello sci?
«So di aver raccolto tanti bei risultati. Ma preferisco dire che mi sento esattamente così come sono e che vivo nel presente: quindi non saprei tracciare la mia evoluzione come sciatrice. Peraltro so quello che valgo e so anche che io, Sofia e Federica costituiamo un grande trio. Federica Brignone è stata un modello per me, noi lo saremo per le più giovani».
Lei è sempre molto discreta: teme la curiosità del prossimo?
«Alla gente piace sapere dei cavoli altrui. Ma visto che noi atlete siamo esposte per quello che facciamo, se riusciamo a tenere privati certi aspetti non va affatto male».
In amore ha mai dato dei due di picche?
«Mai. Quando mi sposerò? Per ora io e il mio fidanzato stiamo bene: andiamo avanti così».
Le piacciono le giovani donne di oggi?
«Il mondo sta cambiando, le vedo differenti. Io ho 27 anni (28 il 27 febbraio, ndr), sono giovane. Ma sento di appartenere a una generazione anteriore alla loro».
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Musica, cinema, libri: quanto entrano nella sua vita?
«Leggere mi piace, ma va a periodi. Seguo molto le serie di Netflix, privilegiando le trame in cui c’è romanticismo».
Lei è una sciatrice, però teme il freddo.
«Devo conviverci, lo patisco: il caldo e il mare sono ben altra cosa. Il mio mare da urlo? Quello cristallino e con tante sfumature dei Caraibi: roba da cartolina».
Ha mai pensato di fare la nuotatrice?
«No, per nulla. Amo il mio sport, non lo cambierei con nient’altro. Ma vivendo tanto sulla neve, appena posso scappo».
Si immagini di essere una straniera: quali aspetti prenderebbe dell’Italia e quali consigli darebbe?
«Punterei sul mangiar bene, prima di tutto; poi sulla bellezza dei paesaggi e sul fascino della storia italiana. Il consiglio? Impegnarsi a fare di più per questo Paese».
Alla donna di oggi manca qualcosa?
«Ci sono ancora margini per migliorare la situazione, ma guardando al passato sono stati compiuti passi da gigante».
Lei era stata paragonata al pesciolino Dory dei cartoon.
«Storia di un bel po’ di anni fa: era stato il mio skiman in Coppa Europa a chiamarmi Dory, il pesciolino sbadato. Sono ancora così? Mah, non so, dipende...».
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