“MARQUEZ VOLEVA SOLTANTO DISTRUGGERE IL MIO MITO PER CREARE IL SUO” – VALENTINO ROSSI TORNA A PARLARE DELLO SCONTRO CON IL PILOTA SPAGNOLO NEL MOTOMONDIALE DEL 2015: “NON SI E' MAI VISTO CHE UN CAMPIONE CORRA PER FAR VINCERE UN ALTRO (LORENZO). HA DECISO DI FARMI PERDERE, MI HA PRIVATO DELLA POSSIBILITÀ DI GIOCARMI IL DECIMO TITOLO. PRESI MARC DA PARTE E GLI DISSI: ‘TI RENDI CONTO CHE FIGURA DI MERDA HAI FATTO?’. LUI MI GUARDAVA ASSENTE” – E POI, LE RIVALITÀ CON LORENZO, STONER E BIAGGI, LA MORTE DI SIMONCELLI, L'ARRIVO DEL FIGLIO E L'AVVENTURA SFIORATA IN F1… – VIDEO

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Estratto dell'articolo di Daniele Sparisci per www.corriere.it

 

VALENTINO ROSSI VALENTINO ROSSI

Valentino Rossi e Marc Marquez, un rapporto che forse non si ricomporrà mai, neanche fra 20-30 anni. Il Dottore ne ha parlato al podcast BSMT curato dal conduttore radiofonico Gianluca Gazzoli […]

 

Vale ripercorre lo scontro del 2015: «Con Marquez è stato tutto diverso rispetto alle mie rivalità precedenti. Non era più nemmeno una rivalità in pista. Ha deciso di farmi perdere un Mondiale per farlo vincere a uno che non era neanche suo compagno di squadra , era il mio compagno. Ha inventato delle scuse dicendo che gli avevo fatto qualcosa. In realtà voleva soltanto distruggere il mio mito per creare il suo. Non si è mai visto che un campione corra per far vincere un altro, in nessuno sport.

 

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È stato un momento bruttissimo, mi ha privato della possibilità di giocarmi il mio decimo titolo in un anno per me stellare. Magari lo avrei anche perso contro Jorge, ma così è stata soltanto un’ingiustizia. Se penso alle ultime tre gare del 2015 provo ancora la stessa sensazione di quando ho tagliato il traguardo allora. Sono passati otto anni e non è cambiato nulla. È una ferita profonda, ci penso anche troppo, una cosa brutta».

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[…] Rossi rivive quel finale infuocato di stagione: «La sua è stata una cosa annunciata, ma l’organizzazione non è riuscita a controllarlo. Avrebbero potuto fare molto meglio. Lo dissi a lui e ai commissari sportivi, prima di Sepang e di Valencia. “Farà di tutto per farmi perdere”. Mi prendevano per matto quando… e invece lo ha fatto davvero. Presi Marc da parte e gli dissi: “Ti rendi conto che figura di m… stai facendo? Sarai ricordato per sempre per questo…”. Lui non rispondeva, mi guardava assente».

 

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Quanto ad altri avversari: «Le rivalità che mi hanno stimolato di più sono state quelle con Jorge Lorenzo, Stoner e Biaggi. Quella con Max è stata tosta dall’inizio. Non ci siamo mai stati simpatici. E poi io sono arrivato giovane e ho cominciato subito a rompergli le palle, lui era già un vincente. È stata una rivalità all’ultimo sangue».

 

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[…] Poi Rossi svela un retroscena sulla figlia: «Quell’anno avrei preso una decisione dopo Assen, prima della pausa estiva del Motomondiale. Prima di partire per l’Olanda sono andato a pranzo con la Franci (la fidanzata Francesca Sofia Novello ndr) e mi fa: “Non mi va il caffè, è strano vero? A me è sempre piaciuto… magari faccio un test di gravidanza nei prossimi giorni”. Io sono partito per Assen e ho lasciato la cosa in sospeso, sono caduto e nella ghiaia ho pensato: “Se serviva un segnale che devi smettere, eccolo”. Così sono tornato a casa e le dico: “Andiamo a cena”. E lei: “Ti porto io a cena”. Ho scoperto di diventare papà il giorno in cui avevo deciso di ritirarmi».

 

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Poi i momenti tristi, a partire da uno tristissimo, la scomparsa di Simoncelli «Devastante. Per qualche mese non sapevo che cosa fare. Mi è mancato un amico ma non la voglia di correre. La paura? L’ho vissuta davvero in Austria nel 2020 quando c’è stato un incidente fra Zarco e Morbidelli. Le loro moto si sono toccate e quella di Franco è passata a 20 cm dalla mia ruota davanti. Lì dici: “C… anche sei stai attento puoi trovarti nel posto sbagliato nel momento sbagliato”».

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L’avventura sfiorata in F1: «Nel 2004 dopo aver vinto con la Yamaha Stefano Domenicali mi ha chiamato per farmi provare la Ferrari F1 a Fiorano. Sono stato veloce, ho girato sotto il minuto, i meccanici avevano scommesso che non ce l’avrei fatta con quel tempo. Poi gli altri test al Mugello e a Valencia. Ero di fronte a una scelta: avrei dovuto iniziare a correre con un team B e poi se fossi stato abbastanza veloce sarei passato sulla Ferrari. Ma avevo 27 anni e non mi sentivo pronto a lasciare le moto. È rimasta la curiosità su ciò che avrei potuto raggiungere».

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