Cosimo Cito per La Repubblica - Estratti
Oltre dieci anni dopo le ammissioni di Lance Armstrong, un altro grande protagonista del ciclismo di fine Millennio vuota il sacco. Per la prima volta nella sua vita Jan Ullrich ha ammesso di essersi dopato. Purtroppo non è una grande notizia: il tedesco aveva chiuso con disonore la sua carriera dopo essere finito nel libro nero del dottor Fuentes ed essere stato smascherato (lui tra i pochi) dall'Operacion Puerto della Guardia Civìl spagnola, nel 2006.
Tuttavia le frasi di Ullrich all’anteprima del documentario in quattro parti “Der Gejagte” (“Il Ricercato”), che sarà rilasciato su Amazon Prime in Germania dal 28 novembre, riaccendono i riflettori sul vincitore del Tour de France 1997 e grande avversario di Marco Pantani in quello del 1998. Ullrich è salito sette volte sul podio della corsa gialla, ha vinto una Vuelta e l'oro olimpico a Sydney 2000.
Le ammissioni di Ulrich
Parlando con i media tedeschi, l’ex corridore della Telekom, 49 anni, ha confessato di aver fatto uso di doping seguendo il programma del dottor Eufemiano Fuentes, anche prima della sua vittoria al Tour de France 1997, mai revocata come accaduto invece ad Armstrong. "Sì, ho fatto uso di sostanze dopanti" ha confessato candidamente Ullrich. "Ma senza doping allora non avrei potuto resistere in gara ed essere competitivo. Fuentes mi chiese: vuoi passare con semaforo verde, giallo o rosso? Non ebbi dubbi: verde. Ossia: dammi tutto quello che può farmi vincere. Era tutto sotto controllo medico, ero tranquillo".
Ulrich e la madre di Pantani
Durante le riprese Ullrich ha visitato Cesenatico e ha incontrato i genitori di Marco Pantani. "Fui profondamente scosso dalla sua morte. Sua madre era incredibilmente commossa quando mi sono presentato davanti a lei, c’è una vera connessione. Anche se forse suonerà banale, in un certo senso siamo come una grande famiglia". Negli ultimi anni Ullrich ha attraversato un forte periodo di depressione e ha dovuto disintossicarsi dall'abuso di alcol e cocaina.
La verità tardiva di Ulrich
"Se avessi raccontato la mia storia, avrei avuto anni migliori" ha poi aggiunto il Rosso di Rostock, "ma non ho avuto il coraggio. Quasi tutti assumevano sostanze dopanti in quegli anni. Non ho preso nulla che gli altri non prendessero. Ero colpevole e ora mi sento colpevole, ma posso dire con tutto il cuore che non volevo ingannare nessuno, non volevo essere avanti agli altri corridori. Il ciclismo aveva un sistema e io mi sono inserito in quello".
Ulrich, doping dal 1995
Ullrich ha poi rivelato di aver iniziato a fare uso di doping quando diventò professionista con la Telekom. "Sono venuto a contatto con queste sostanze nel 1995. All’epoca mi fu spiegato in modo chiaro, ma non avevo paura. Ero giovane e ingenuo e mi inserii in un sistema esistente. La mia carriera sarebbe stata finita se non l’avessi fatto. Personalmente, penso di meritare il titolo del Tour 1997 (vinto su Virenque e Pantani), anche se spetta agli altri decidere. Ma nel mio cuore sono un vincitore del Tour".