Julio Velasco intervistato dalla Gazzetta dello Sport dopo l’oro olimpico conquistato con la Nazionale femminile di pallavolo.
È risultata vincente la scelta di non alloggiare al Villaggio olimpico…
«La pallavolo, come la pallanuoto, apre e chiude i Giochi. Queste formazioni restano per 3 settimane e pensare di farlo al Villaggio olimpico non è il massimo. E poi in un luogo così non hai posti dove avere un rapporto con la squadra. Dovunque ti metti vieni sempre interrotto da qualcuno. E gli appartamenti, se non per dormire, sono poco ospitali».
Oltre alla pallavolo cos’ha seguito dei Giochi?
«Ho visto la gara dell’alto di Tamberi e Sottile, l’oro nel nuoto di Ceccon. E i 100 metri».
Al rientro in Italia c’è stato il murale di Egonu imbrattato da sconosciuti. Cosa ne pensa?
«È un problema che riguarda la nostra società».
Egonu ha dimostrato di essere la numero 1.
«In tanti dicono questo: per lei può essere una gratificazione ma anche un problema in quanto crescono ancora le aspettative su di lei. Sul tema del razzismo o cose simili in me troverà sempre un difensore.
Su altri aspetti si deve invece alleggerire e spero che questa vittoria l’aiuti. Ha troppe pressioni. Quando uno dice che è la migliore del mondo e deve vincere sempre è molto difficile. Non mettiamole troppe pressioni. Partire da favoriti non è sinonimo di successo. Lo abbiamo visto a Parigi con noi e ma anche con altri atleti».
A cosa si riferisce?
«Il pianto di Djokovic è stato emozionante. Un campione che ha vinto tutto ma aveva sempre fallito ai Giochi (un bronzo in 4 edizioni, ndr)».
In questo straordinario successo c’è qualcosa della precedente gestione Mazzanti?
«Certo. Questo gruppo è cresciuto con lui ma purtroppo era finito un ciclo. Mazzanti ha fatto un buon lavoro ma ha voluto prolungare un anno di troppo e le situazioni si sono complicate. Davide è stato ed è un grande allenatore e deve solo ritrovare certe consapevolezze».
MURALE DEDICATO A PAOLA EGONU myriam sylla paola egonu MURALE DEDICATO A PAOLA EGONU VANDALIZZATO