(ANSA) - PARIGI, 10 AGO - "Non riesco a guardare avanti: oggi mi sento perso, e con me Chiara". Al tramonto di una giornata infinita e dolorosa, Gianmarco Tamberi non e' più soltanto il campione deluso. Resta soprattutto l'uomo che sa di aver perso tre anni di vita, insieme alla moglie Chiara Bontempi. "Ho dato tutta la mia vita allo sport, non merito tutto questo", dice dopo aver chiuso undicesimo la finale olimpica dell'alto, che neanche avrebbe dovuto disputare, dopo 10 ore di dolori lancinanti per una colica renale.
"Se penso che tre anni fa potevo farmi una famiglia..", dice piangendo davanti alle telecamere, lui che con la compagna di vita aveva rinunciato a un figlio per non vedersi risucchiare le energie. E invece e' una maschera disidrata, non solo di liquidi, quella che deve rispondere alle critiche di chi ha notato la frequenza di messaggi social nel giorno piu duro.
"Capisco le critiche, ma in questi giorni ho ricevuto un'infinita' di messaggi di incoraggiamento, a chiedermi oggi come stavo erano tantissimi: mi e' sembrato rispettoso comunicare, non l'ho fatto ora per ora ma nei momenti di svolta. Vi assicura che scrivere un messaggio su Instagram era l'ultima cosa che avrei voluto fare..". L'ha fatto con Chiara che gli stringeva la mano sull'autoambulanza. "Tutta la mia vita, tutte le nostre vite sono state dedicate allo sport. Lei e' una grandissima donna, l'ho detto davanti a Mattarella alla consegna del tricolore. Tutte le scelte che abbiamo fatto sono state insieme, per inseguire questo sogno. Mi dispiace da morire per me e per lei".
"Avevo lavorato tanto per questa gara, sono sempre ipercritico - aggiunte Gimbo - ma stavolta no. Non riesco a pensare, non solo al futuro, neanche a quel che e' stato, altrimenti piango di nuovo". Impossibile ora parlare di altre gare, di fine carriera, di nulla che non sia il suo enorme dispiacere. Pero' una spiegazione del nuovo attacco di colica la dà, e' l'unica cosa che ricorda ("le parole di Barshim quando mi ha abbracciato? Sono sincero, non ricordo").
"Alle 5-5.30 - racconta - mi sono svegliato con lo stesso identico dolore di una settimana fa: non volevo crederci. Ho sudato freddo per tre minuti, poi mi sono detto 'stai tranquillo'. L'altra volta - dice - e' durata un'ora e mezzo, sara' cosi' anche questa. Invece, le fitte sono andate avanti 10 ore. Una cosa devastante, la puo' capire solo chi ne ha sofferto. Il dolore di buca dentro. Ho vomitato due volte, e c'era sangue, avevo preso tante medicine.
Ma l'antidolorifico no, è vietato. Poi sono andato dai medici , mi hanno detto che la situazione era grave ma se gareggiavo non mi succedeva nulla di particolare. Mi sono detto, sta a vedere che e' un'opportunita', ma era solo un modo per non guardare in faccia la realta'". "Il fatto e' che io - conclude - ci credo sempre fino all'ultimo, e per questo do tutta la vita per lo sport: forse sbagliando, vista come e' andata. Ti perdi tanto...'. Quanto, lo dicono le sue lacrime