Leonardo Iannacci per “Libero quotidiano”
Sotto il sole della Milano Marittima meno gossippara e più vera, Giancarlo Marocchi studia il calcio che verrà e si prepara alla nuova stagione da opinionista Sky. Il mirino è puntato sulla Juve, la squadra con la quale vinse la Champions ventisei anni fa, a Roma contro l'Ajax.
Giancarlo, c'è una maledizione che grava sulla Juve: possibile che l'ultima Champions sia così datata?
«Negli anni seguenti ci sono state altre finali, molte perse con la Juve favorita e altre sfuggite per colpa di avversari impossibili come il Barcellona di Messi o il Real di Ronaldo. Tuttavia non è così matematico vincere una Champions. Pensa al Manchester City di Guardiola, da quanti anni buca l'obiettivo».
La Juventus si sta rilanciando alla grande dopo un anno decadente: contento di Pogba?
«È un super, nulla da dire. Però ho una bella curiosità: quale Pogba vedremo nella nuova Juve? Quello di sei anni fa, centrale nel gioco di Allegri, oppure il Paul del Manchester United, appoggiato lì nel mezzo come un giocatore qualunque?».
Il centrocampo era il tallone d'Achille di Allegri, lo scorso anno...
«Quest' anno rischia di tornare ad esserne il cuore pulsante con Locatelli davanti alla difesa, Pogba mezzala destra e Rabiot mezzala sinistra. Un reparto che rischia di diventare dominante ma soltanto se Pogba sarà decisivo».
Di Maria è l'uomo giusto per servire Vlahovic?
«In quella squadra anomala che è il Paris Saint Germain l'argentino faceva il dodicesimo. Qui, essendo un talento diversamente bravo, può ballare. Ma arrivando a fine carriera e con il mondiale in cartellone a metà campionato rischia di ballare una sola estate. La mia seconda curiosità lo riguarda: quale Di Maria sarà?».
Se Allegri perde De Ligt?
FOTOMONTAGGIO DI POGBA E DI MARIA CON LA MAGLIA DELLA JUVE
«Dovrà farsene una ragione anche se l'olandese non ha ancora mostrato quale sia il suo vero potenziale. La sua cessione? Oggi le squadre le fanno sì il direttore sportivo con l'allenatore ma si è aggiunta una terza figura: l'amministratore delegato che ci mette giustamente becco e deve far rispettare il bilancio. Koulibaly sarebbe stata la diga ideale. Specialmente in Europa».
Dopo nove scudetti di fila la Juve ha deragliato. I maligni dicono che l'arrivo di Ronaldo, tre anni fa, ha scombinato i piani economici ma anche tattici della Vecchia Signora vincitutto...
«L'attenzione mediatica, l'interesse che ha generato tra i tifosi di tutte le squadre e i 101 gol segnati promuovono l'operazione CR7. Ovvio che quando prendi un fuoriclasse di 34 anni devi tener conto della sua naturale parabola discendente. Più un giocatore è grandioso più è difficile gestirne gli ultimi anni. Ma vuoi mettere? Aver visto giocare Ronaldo per tre anni nel nostro campionato?».
Il calcio da sognare?
«Ah, semplice: farei valere tutti i calciatori zero. Coì non ci sarebbero il calciomercato, gli amministratori delegati e le plusvalenze ma soltanto il calcio giocato!».
Un altro problema di questo football gonfiato?
«Le rose con 25-26 giocatori. I titolari dovrebbero essere 15-16».
Chi partirebbe favorita per lo scudetto, oggi?
«L'Inter. Come lo era lo scorso anno e due anni fa. E non venitemi a dire che, con Conte al posto di Inzaghi, l'Inter avrebbe vinto anche lo scudetto scorso, eh?».
Lukaku, una saporitissima minestra riscaldata?
«Intanto si inserisce in un attacco già fortissimo. E poi Romelu torna per dominare».
Inzaghi che perde Skriniar?
«Torna il discorso del calcio moderno nel quale decide l'amministratore delegato del club».
Si parla poco del Milan...
«Meglio per Pioli. Il rinnovo più importante è stato fatto in extremis e sto parlando di Maldini, circoncentrico del pianeta Milan. Un minuto dopo aver vinto lo scudetto, Paolo pensava già alla seconda stella. La squadra è stata già rinforzata con Origi in attacco e l'imminente arrivo di De Keteleare sarebbe un bel colpo».
Ibra? Un allenatore non giocatore?
«No. L'allenatore è Pioli. Ibra ha avuto l'intelligenza di proporsi in modo diverso: prima era il meraviglioso dittatore dello spogliatoio e del campo, ora è uno dell'orchestra».
Tonali sta diventando il polo tattico di Pioli?
«Nel Milan il segreto sono gli undici in campo. Tutti, da Maignan sino a Giraud. Vince o perde la squadra. Tonali, molto bravo, è uno degli undici. Difficile pensare che se ne togli uno, lo scacchiere di Pioli crolla».
Il giovane italiano destinato a esplodere?
FOTOMONTAGGIO DEL TRIDENTE JUVENTINO CHIESA VLAHOVIC DI MARIA
«Raspadori, di solito sono gli attaccanti a decidere le vicende del calcio e lui è super. Senza dimenticare Scamacca, un altro definitivamente bravo. Banale ma sacrosanto dire che entrambi rappresentano il futuro per la nazionale, Mancini ha bisogno di gol e di forze fresche là davanti».
Il tuo Bologna?
«Ha due ottimi giocatori in mezzo: Schouten e Dominguez. Farà un campionato efficace seppur a fasi alterne. Ma il tifo lo faccio soprattutto per Sinisa che sta giocando la partita più delicata».
FOTOMONTAGGIO DI DI MARIA IN MAGLIA JUVE