Marco Lobasso per leggo.it
Lontano dalla sua Ucraina, tennista professionista triste perché la guerra così vicina gli ha rubato i sogni di uomo e di sportivo. Vitaliy Sachko, 24 anni, numero 2 del suo Paese, gioca i tornei internazionali Atp di Forlì e non sa cosa accadrà nel suo futuro, da tennista e, soprattutto, da cittadino ucraino.
Lei è nato a Kremenchuk, 250 km da Kiev. In una invasione russa è una delle città più strategiche da conquistare.
«Sono cresciuto e ho tanti parenti lì, soprattutto i miei nonni a cui sono legatissimo. Per fortuna mio padre è anche mio coach ed è con me in Italia, e mia madre e mia sorella sono al sicuro in Repubblica Ceca».
Come si fa a giocare a tennis in un momento simile?
«È difficile, lo so. Il tennis è sport di concentrazione. Ma devo farlo, sono un professionista, sono al Villa Carpena di Forlì per i Challenger e per scalare la classifica mondiale. La cosa assurda è che volevo arrivare in forma per difendere i colori dell’Ucraina a marzo in Coppa Davis a Kiev. Chissà che ne sarà di noi...».
La guerra a un passo.
«Ci penso in ogni momento e più ci penso più credo sia tutto assurdo. Io non so cosa succederà, so solo che il mio Paese non merita questo, merita un po’ di pace».
Già nel 2014 con l’invasione in Crimea, la guerra è diventata realtà.
«Avevo quindici anni, un ragazzino. Oggi sono un uomo e sono molto più preoccupato per la mia famiglia e i miei connazionali».
Cosa pensa di Putin?
«È una persona cattiva che bada solo ai suoi interessi».
Per due settimane, forse tre, sarà in Italia. E dopo?
«Spero che i russi si fermino in tempo e non ci sia guerra e morte. Allora sì, potrei tornare in Ucraina in tempi brevi. Magari per la prossima data della Coppa Davis. Io voglio difendere i colori del mio Paese, ne sono orgoglioso».