“QUANDO HO VISTO CHE AVEVO VINTO MI SONO SENTITA MORIRE” – ALICE D’AMATO, ORO NELLA TRAVE ALLE OLIMPIADI, RACCONTA COSA LE HA IMPEDITO DI MOLLARE DOPO I MILLE INFORTURNI: “È IL PENSIERO DI MIO PADRE CHE TIENE ME E MIA SORELLA ASIA ATTACCATE A QUESTA VITA FATICOSA E BELLISSIMA. ERA IL NOSTRO PRIMO TIFOSO E LA SUA PERDITA È STATA QUALCOSA DI IMMENSO. I SACRIFICI? NON È UNA VITA NORMALE, MA NON È DISTRUTTIVA. LA VITA SOCIALE? IMPOSSIBILE. MA SE UNA COSA NON L’HAI MAI AVUTA, NON PUÒ MANCARTI…” - VIDEO

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Estratto dell’articolo di Cosimo Cito per "la Repubblica"

 

alice d'amato alice d'amato

[…] A Genova, quartiere Sant’Eusebio, Alice D’Amato, oro alla trave a Parigi, è con la mamma Elena e la sorella gemella Asia. Si sono abbracciate fortissimo, Asia piangeva.

[…]

 

È stato l’esercizio perfetto?

«No, avrei potuto fare di meglio in certi momenti. Ma certamente uno dei migliori di tutta la mia vita alla trave. È un attrezzo che non perdona, difficilissimo. Quando ho visto sul tabellone che avevo vinto, ho pensato a uno scherzo. Ho abbracciato Manila Esposito, terza. Due azzurre sul podio, mai successo prima nemmeno questo. E mi sono sentita come morire».

alice d’amato 8 alice d’amato 8

 

Dietro di voi c’erano Simone Biles e Rebeca Andrade, due delle più grandi ginnaste di tutti i tempi: vi tremavano le gambe?

«Da matti. Non ho nemmeno guardato l’esercizio di Simone. Mi stavo rivestendo e ho sentito come un boato del pubblico. Ho capito che era caduta e mi sono detta “vabbè, sono argento”, perché poi c’era Rebeca Andrade. E già così mi sembrava tutto incredibile. Lei ha fatto un bell’esercizio, ma mi è finita dietro. Non ho capito più nulla, in quel momento».

 

alice asia d'amato con il padre alice asia d'amato con il padre

Suo padre, Massimo, vigile del fuoco impegnato anche nei primi soccorsi dopo il crollo del Ponte Morandi, e scomparso nel 2022 per malattia, sarebbe stato orgoglioso di lei.

«La sua perdita è stata qualcosa di immenso per noi. Ogni gara la dedichiamo a lui e questa medaglia è sua, davvero. Perché è lui che ci ha incoraggiato a fare ginnastica, era il nostro primo tifoso. Abbiamo pensato, io e Asia, tante volte di mollare tutto dopo gli infortuni. Ma è sempre il pensiero di lui a tenerci attaccate a questa vita faticosa e bellissima».

 

Lei e sua sorella avete lasciato Genova per Brescia dieci anni fa: sente di aver rinunciato del tutto all’adolescenza?

«Se una cosa che fai ti piace non sono mai sacrifici, tutto ti pesa poco. […] Non è una vita normale, ma non è distruttiva. Se lo fosse, non la vivrei, l’avrei lasciata da un pezzo».

 

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Cosa sente di aver lasciato indietro, nei suoi 21 anni?

«La vita sociale è impossibile per noi, che siamo otto ore al giorno in palestra e abbiamo dieci giorni di vacanze l’anno. Ma se non l’hai mai avuta una cosa, non può mancarti».

[…]

 

Cosa farà un giorno, dopo la ginnastica?

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«Mi piacerebbe insegnarla, restare in questo ambiente, continuare a viverlo. E restare anche nel gruppo sportivo delle Fiamme Oro».

 

La meta ora è Los Angeles 2028, con Asia però.

«Continuerò, continueremo. Ma un passo alla volta, anno dopo anno, un obiettivo dopo l’altro».

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