“QUESTA MACCHINA È UNA BESTIA, RIESCO A FARCI QUELLO CHE VOGLIO" – DOPO 3 STAGIONI DI SOFFERENZA, LITI E QUALCHE GAFFE, "RE-CLERC" SI GODE UNA ROSSA DA TITOLO: “LA DIFFERENZA È CHE PRIMA, ANCHE SE GUIDAVO BENISSIMO, NON SI VEDEVA, MENTRE OGNI ERRORE MI VENIVA RINFACCIATO” – “LA FERRARI SARÀ COMPETITIVA IN TUTTI I CIRCUITI? SIAMO SOLO AL TERZO GRAN PREMIO. MI FA SORRIDERE ESSERE COSÌ AVANTI DOPO LE ULTIME DUE STAGIONI DIFFICILI…”

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Stefano Mancini per “La Stampa”

 

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«Questa macchina è una bestia, riesco a farci quello che voglio». È il sogno di ogni pilota: Charles Leclerc, 24 anni, da Montecarlo, lo ha realizzato dopo tre stagioni di illusioni e sofferenza, di liti, di grandi prestazioni e qualche gaffe. «La differenza è che prima, anche se guidavo benissimo, non si vedeva, mentre ogni errore mi veniva rinfacciato».

 

Adesso il vento ha cambiato direzione. Ieri all'Albert Park, su un tracciato che neppure gli piaceva troppo, Leclerc ha tirato fuori il meglio da qual talento che gli ha appiccicato addosso il soprannome di «predestinato». Ne è venuto fuori il Grand Chelem, il capolavoro: pole position, gara sempre in testa, giro più veloce e ovviamente la vittoria. L'ultimo a riuscirci al volante di una Ferrari era stato Fernando Alonso dodici anni fa.

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La vittoria in Australia, la seconda di questo avvio di stagione e la quarta della carriera, gli garantisce 34 punti di vantaggio su Russell, che non è ancora l'avversario di riferimento, ma appartiene a questa nuova generazione che sta prendendo il posto di Hamilton, Alonso e Vettel. È il più 46 su Verstappen, il campione del mondo in carica, a pesare in questo inizio trionfale di stagione.

 

Charles è a Maranello dal 2019. È arrivato 21enne per prendere lezioni da Vettel, ha cominciato presto a impartirne. Uno dei pochi errori di Mattia Binotto è stato quello di attribuirgli il ruolo di numero 2: i rapporti in pista con Vettel si sono guastati in fretta, al punto che di fronte all'occasione di cambiare aria, in Ferrari non ci hanno pensato due volte. Via il campione demotivato, dentro Carlos Sainz che è un buon pilota, probabilmente non un fuoriclasse, ma è capace di stimolare il titolare di cattedra.

 

Nel 2011 la coppia ha funzionato, però al massimo in palio c'era un podio occasionale.

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Adesso che il gioco si fa duro, Binotto è chiamato a garantire la parità di condizioni. Che a meno di stravolgimenti durerà poco: Leclerc si trova che è una favola con le monoposto a effetto suolo, mentre Sainz finora ci ha pasticciato. Ieri, il pilota spagnolo ha dovuto sostituire il volante, ha litigato con l'antistallo e al via è arretrato dal 9° al 13° posto.

 

Nella foga di rimontare, non ha aspettato che gli pneumatici entrassero in temperatura ed è finito nella sabbia. «Imparerò dall'errore», ha promesso, ma intanto il compagno ha 38 punti più di lui. Leclerc rappresenta anche un'operazione di immagine, che non è il motivo per cui lo hanno preso, ma costituisce un bel valore aggiunto: una bella faccia, modi gentili, cattiveria agonistica in pista, Charles ha fatto in fretta a sedurre il popolo ferrarista, a diventare testimonial di Giorgio Armani e attore in un corto di Claude Lelouch. Sul piano sportivo, il trionfo a Monza 2019 ha convinto gli ultimi scettici.

 

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Poi sono arrivati gli anni bui della crisi, archiviati definitivamente al debutto di stagione in Bahrein. Nella sua cavalcata trionfale sui viali dell'Albert Park, Leclerc ha regalato un unico brivido. È stato il momento della seconda ripartenza. «Ho avuto un enorme sottosterzo e ho pensato che sarebbe stato difficile mantenere la prima posizione. Poi ho recuperato aderenza e passo ed è andata bene».

 

 Merito della macchina? Sarà competitiva in tutti i circuiti? «Siamo solo al terzo Gran premio, è difficile pensare già in prospettiva. Ho una vettura che va fortissimo ed è affidabile. Se riusciremo a mantenere queste prestazioni possiamo pensare al titolo. Di certo siamo partiti benissimo: mi fa sorridere essere così avanti dopo le ultime due stagioni difficili».

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