Luca Valdiserri per il “Corriere della Sera” - Estratti
Carletto e Pep sono gli unici diminutivi che Ancelotti e Guardiola, maestri del calcio moderno, hanno concesso alle loro carriere. Tutto il resto lo hanno fatto in grande. Sulle panchine di Real Madrid e Manchester City, stasera, nella gara di andata dei quarti di finale di Champions League, si affrontano i due allenatori con il maggior numero di vittorie nel torneo più prestigioso e più ricco:
114 Ancelotti e 109 Guardiola. Real e City si ritrovano per la terza stagione consecutiva, dopo essersi incontrati nelle semifinali 2021/22 (qualificati gli spagnoli 3-4 e 3-1, con tre gol tra il 90’ e il 95’) e nel 2022/23 (1-1 all’andata e schiacciante 4-0 a Manchester nel ritorno).
Ancelotti, per caricare i suoi, riparte proprio da quella disfatta: «La volta scorsa con il City abbiamo giocato senza coraggio e senza personalità. Abbiamo preparato molto bene questa partita perché abbiamo avuto tempo e sono fiducioso che daremo il massimo.
Guardiola? È vero che in panchina ci saranno due allenatori esperti, ma in campo ci sarà una qualità straordinaria. Pep è un grande allenatore e uno stratega, le sue squadre giocano bene a calcio, non lo scopro io. Il centravanti? Ci siamo adattati bene anche senza.
Bellingham sta facendo molti gol (4 e 4 assist in questa edizione della Champions). Davanti abbiamo tanti cambi: Joselu, Brahim Diaz, Vinicius, Rodrygo... Tutti, finora, hanno dato un ottimo contributo alla squadra. E possono farlo anche contro il City».
PEP GUARDIOLA CON LA MAGLIETTA IN ONORE DI CARLO MAZZONE
Il riferimento al centravanti non è casuale. La stampa spagnola, per riscaldare un ambiente già torrido, ha parlato di una clausola nel contratto di Haaland che gli permetterebbe di lasciare il City nel 2025 proprio per andare al Real Madrid. Per ora è fantacalcio.
Haaland è l’attaccante che ha fatto cambiare il calcio di Guardiola, passato da «il mio centravanti è lo spazio» a un bomber da 30 gol in 36 partite stagionali (6 in Champions, 19 in Premier League e 5 in FA Cup). Il City, in questa edizione di Champions, è la squadra che è stata in vantaggio per più minuti: 428’. Il Real, invece, è quella che è stata meno in svantaggio: solo 26 minuti.
Ai centravanti di Pep — visto che anche Julian Alvarez, sostituto di Haaland, è già a quota 5 in Champions — Ancelotti oppone una specie di cooperativa del gol: 4 Bellingham (come Foden nel City), 3 Joselu, Rodrygo e Vincius Jr.
Bellingham è, con caratteristiche completamente diverse, l’alter ego di Haaland. È uno dei pochi calciatori al mondo che fa davvero la differenza (20 gol e 10 assist in stagione), come ha tenuto a precisare Guardiola: «L’impatto di Jude è stato enorme. La sua influenza sul gioco del Real Madrid è evidente. Con lui in campo, il Real è una squadra completamente diversa da quella dell’anno scorso». Il modo migliore per cancellare dalla mente dei propri giocatori l’illusione di poter vincere anche questa volta per 4-0.
«Affrontare il Real Madrid — ha continuato il tecnico ex Barça, con una frecciata — è sempre difficile. Parliamo di un club eccezionale, che può controllare molte cose in questa competizione grazie all’esperienza che ha acquisito in anni di partecipazioni».
carlo ancelotti PEP GUARDIOLA carlo ancelotti
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