Rocco Cotroneo per il Corriere della Sera
Fatali quei dieci minuti di partitella nel campo di casa, subito dopo il pranzo per festeggiare il compleanno della sorella. È morto stroncato da un infarto Danilo Feliciano de Moraes, 30 anni, il figlio maggiore di Cafu, idolo di Roma, Milan e della Seleção brasiliana.
La famiglia dell' ex calciatore era tutta riunita al momento del malore nella villa di Alphaville, quartiere satellite di San Paolo, c' erano diversi amici tra cui un medico. È stato lui il primo a soccorrere Danilo insieme al padre, con un massaggio cardiaco. Immediata la decisione di trasportarlo in ospedale, ma era già troppo tardi. Il giovane è spirato mezz' ora dopo. La notizia ha colpito profondamente il Brasile, dove Cafu è ancora molto amato.
Messaggi di cordoglio sono arrivati anche dall' Italia, dove il terzino che si guadagnò il soprannome di Pendolino per le lunghe sgroppate sulla fascia destra dove ha passato gran parte della sua carriera.
«Non è possibile, l' ho visto crescere... Ti sono vicino amico Cafu con tutto il mio cuore», ha scritto il suo compagno di squadra Francesco Totti. Alla Roma, il brasiliano è rimasto per sei stagioni, vincendo uno scudetto nel 2001. I cinque anni finali della sua carriera sono stati invece al Milan, con un altro campionato vinto e la Champions del 2007. Le due squadre hanno espresso il loro cordoglio all' ex campione, così come tanti vecchi colleghi tra i quali il ct della Nazionale Roberto Mancini, Gabriel Batistuta e Roberto Carlos.
Anche il sogno di Danilo, primo dei tre figli di Cafu con la moglie Regina - un legame solidissimo sin da ragazzi quello tra i due - era di giocare a calcio da professionista. Proposito ben presto abbandonato a causa del rendimento modesto e - si è saputo in queste ore - anche per problemi cardiaci. Secondo alcune fonti quattro anni fa il ragazzo aveva già avuto un infarto.
Il padre aveva intanto tentato di aiutare Danilo a costruirsi una carriera di pilota di moto, l' altra sua grande passione, ma anche quel proposito non decollò. Effimera la carriera da calciatore anche per il secondogenito di Cafu, Wellington Feliciano. Dopo un passaggio infruttuoso alle giovanili del Milan, Wellington ha giocato in due squadre brasiliane e nel Miami United, dove fu chiamato insieme ad Adriano. Carriera finita assai presto per una grave lesione a un ginocchio.
Nato in una favela alla periferia di San Paolo, Jardim Irene, salutata al momento di sollevare da capitano la Coppa del Mondo nel 2002 con una scritta a penna sulla maglia verdeoro, Marcos Evangelista de Moraes (Cafu) ha sempre goduto del massimo rispetto dei sui connazionali per i titoli conquistati e l' impegno sociale.
È l' unico giocatore al mondo ad aver disputato tre finali consecutive dei Mondiali e detiene tuttora il record di presenze nella Seleção (142 in partite ufficiali).
Mentre ancora giocava in Italia, il giocatore ha fondato la Fondazione Cafu con sede nella sua comunità povera delle origini, dove centinaia di bambini e ragazzi hanno frequentato corsi di educazione civica e sportiva in una regione di San Paolo dominata dalla violenza e dal narcotraffico. Oltre che della sua Ong, una volta lasciato il calcio Cafu si è occupato di eventi e ha partecipato all' organizzazione del Mondiale brasiliano del 2014. Di recente la sua Fondazione ha dovuto affrontare problemi finanziari, venuti alla luce dopo che si è saputo che i dipendenti non ricevevano lo stipendio da tre mesi, ed erano entrati in sciopero. Il suo futuro oggi è incerto.
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