Il Telegraph torna alla carica contro Valentina Petrillo. Non smette di definirla “padre di due figli” che ha “deturpato la bellezza di questi Giochi” con il suo “spettacolo”. Ma nel mirino del quotidiano inglese ci finisce anche il presidente del Comitato Paralimpico Internazionale Andrew Parsons.
“Ci si aspettava che Andrew Parsons, presidente del Comitato Paralimpico Internazionale, si impegnasse – come minimo – a rivedere la ridicola politica che ha permesso che ciò accadesse. Invece è sembrato, nella sua conferenza stampa di chiusura, quasi celebrarlo come uno spartiacque“.
«Parlando di atleti transgender, questi stanno abbattendo barriere ovunque. Ricordo che un paio di anni fa ho detto al nostro consiglio, ‘Guardate, non è una questione di se, è una questione di quando’». Per il Telegraph tutto ciò è inaccettabile. “Non potrebbe esserci esempio più vivido della passività e della codardia che definiscono il processo decisionale su questo tema ai massimi livelli dello sport mondiale“.
“Includere tutti: questo è il mantra. Anche se ora significa escludere le donne dalla loro stessa categoria. Questa non è una paura astratta, ma una realtà concreta“.
Per rafforzare la propria tesi, il quotidiano poi cerca la sponda di JK Rowling, la mamma di Harry Potter. Anche lei si è pubblicamente schierata contro la Petrillo. L’autrice “ha nuovamente ridicolizzato l’atleta“, che aveva risposto all’accusa di essere un ” imbroglione dichiarato ” sostenendo di non aver mai letto i libri di Harry Potter.
The Telegraph cerca di screditare il Cpi e l’atleta in ogni modo
La World Athletics ha stabilito per chiunque avesse superato la pubertà maschile l’impossibilità di competere contro le donne a livello internazionale. Il Telegraph cita anche “un articolo di giornale” di cui però non fornisce nessun riferimento e lo usa contro Petrillo. L’articolo “scritto in collaborazione da decine di accademici” ha analizzato “le differenze di prestazione critiche tra uomini e donne“.
“Ora applichiamo questa differenza a Petrillo“. E ribatte sulla critica: come uomo non era un atleta eccezionale, come donna ha la possibilità di vincere qualcosa. “Avendo dovuto solo mostrare una “F” (che sta per female, femmina in inglese) sul passaporto per qualificarsi come donna a Parigi, Petrillo ha finito per battere una ventenne che aveva trascorso la sua vita ad allenarsi per questo momento“.
“Tutte le donne sono state ridotte a pedine inconsapevoli nell’affermazione dei desideri di qualsiasi avversario nato maschio. È un oltraggio, e non può continuare“.
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